“Mentre cerca di affrontare la crescente complessità delle conoscenze e delle terapie, la medicina fallisce obiettivi modestissimi” [Don Berwick]
Stamattina in metropolitana leggevo alcune pagine del libro di Atul Gawande “Con Cura” (Ed. Einaudi) e mi ha colpito questa affermazione di Don (Donald) Berwick (per sapere chi è, su Wikipedia vi è una pagina in inglese a lui dedicata).
Mi ha colpito in modo particolare perché l’ho immediatamente associata a dinamiche della mia professione (progettazione, ingegnerizzazione, cantieri, …).
C’è sicuramente differenza tra i due mestieri, che hanno gradi di sensibilità abbastanza diversi (anche se lo stesso Gawande, nel libro Checklist, esplora il mondo dell’edilizia alla ricerca di spunti utili legati a “liste e processi di controllo” per la sua professione di medico), ma ci sono anche molti punti di contatto.
Quei punti di contatto che mi hanno fatto pensare a come sovente accade di perdersi nella complessità (che c’è, esiste e con cui dobbiamo fare i conti) a scapito del mantenimento (necessario e fondamentale) di una visione d’assieme.
[L’immagine in evidenza è tratta dal New York Times]