Recentemente ho tenuto un discorso al club Toastmasters di cui faccio parte.
Si è trattato di un speech costruito sulla traccia di uno dei manuali avanzati del percorso formativo, riguardante “discorsi tecnici” (Technical Presentation) rivolto in particolare ad un pubblico non tecnico (The nontechnical audience).
È stata l’occasione per condividere l’esperienza delle tre settimane in Terapia Intensiva in affiancamento a mia madre traducendo in parole non solo scritte (come fatto nei mesi scorsi) ma anche dette, quanto visto ed imparato.
Infatti il discorso verte sul funzionamento del reparto visto dagli occhi di un non-addetto ai lavori (non sono un medico), ma che ha avuto l’opportunità – in tempi non sospetti – di partecipare alla progettazione di alcune di questi spazi (all’interno di progetti di strutture sanitarie più ampie), cercando di fare buon uso anche delle informazioni fornite dallo stesso reparto ospitante mia madre. Incrociando così le informazioni per organizzare i pensieri.
Questo modo di approcciare l’esperienza è servito – ai tempi – per sopportare il carico emotivo molto elevato.
E il raccontarlo oggi (a distanza di mesi) ad un pubblico è stato un banco di prova per misurare l’intensità e la vividezza di quanto vissuto, ed il personale livello di “coinvolgimento emotivo”, pur trattandosi – volutamente – di un discorso puramente informativo.
[Durata: 17 minuti circa]
[L’immagine di copertina è tratta dal web]