Ritorno a scrivere su questo blog dopo un periodo di assenza un po’ lungo (quasi tre mesi), dovuto a vicende che hanno colpito la mia famiglia: un lutto inaspettato.
E ancor più inaspettato per la velocità di progressione della causa e – forse ancora di più – per il suo inizio apparentemente innocuo.
Chiaramente eventi simili, quando arrivano, hanno la capacità di resettare pesantemente vita ed abitudini.
A seconda di come decidi di viverli sono in grado di farti fermare e farti ripensare ad una serie di priorità che avevi in mente e che d’improvviso vengono spazzate via o capovolte nella loro elencazione.
Ed è quello che successo a me (e credo anche a mio papà).
Quello che mi sto portando a casa come insegnamento da questa esperienza, è un consolidamento di alcuni valori su cui primeggia uno per tutti: aiutare (progettare per) gli altri.
Un “valore ossessione” di cui ho già scritto in passato (che ho sempre sentito molto mio e di cui presi consapevolezza qualche anno fa) e che oggi – dopo questa tempesta durata un paio di mesi – ha acquistato ancora più forza e importanza.
Un “valore ossessione” che sta diventando IL valore ossessione per antonomasia. E che mi sta spingendo a cercare il come renderlo (e strutturarlo) il fondamento di quello che sto facendo oggi e di quello che farò in futuro.

Nel frattempo – nel processo di elaborazione della esperienza – ho condiviso impressioni e riflessioni e sentimenti e vicende, durante il percorso.
Ed oggi, dopo averne condiviso alcuni brani con specifici interlocutori, ho deciso di assemblare tutti i contenuti in un pdf che ho caricato in Google Drive, rendendolo disponibile a tutti per il download.
Un modo per fissare i ricordi, mettere in fila gli eventi e preservare i contenuti dall’oblio delle timeline dei social.
Buona lettura, per chi leggerà il pdf, e a presto con nuovi post…
[Immagini tratte dal sito gratisography.com]
Ho scorso solo le prime righe di “Dare un senso alla cose”…
Prima di tornare a leggerlo con il tempo necessario, volevo comunicati la mia vicinanza (seppure da una distanza siderale come può sembrare quella della “rete”).
Lo faccio per una “vicinanza” di esperienza – sebbene nessuna esperienza umana sia perfettamente sovrapponibile – quella della salita al Cielo di Colei che fu mia sposa e madre di tre dei miei figli, avvenuta quando aveva soli 40 anni dopo un tempo di malattia.
Un grande abbraccio anche a tuo padre.
Grazie Bariom,
e mi dispiace veramente tanto per la tua perdita.
Una cosa che ho scoperto è che sebbene le distanze tra contatti della rete possano essere siderali, la condivisione (non sempre facile, ma talvolta necessaria per scaricare da qualche parte la pressione) può avvicinare e mettere in moto riflessioni anche in chi legge, aprendo al dialogo e al confronto.
Un grande abbraccio anche a te!