Spero di sbagliarmi e attendo solo di essere smentita dai fatti, ma la vittoria di Elly Schlein alle recenti primarie del PD mi sembra molto diversa da quella che appare di primo acchito (riassumibile nella parola “cambiamento” nell’accezione che in genere si dà, ossia verso qualcosa di nuovo).
Mi sembra una candidatura “costruita” (virgolettato d’obbligo) con molta abilità da chi desidera mantenere lo status quo dando il “contentino” all’immaginario collettivo.
Mi si perdoni la brutalità, ma vado ad argomentare.
Premetto che non discuto sulla carriera politica della vincitrice.
E non sono una elettrice di destra (così sgombro il campo da tutta una serie di dubbi).
E’ che leggendo opinioni di analisti ed esperti di linguaggio, ho trovato conferma ad alcuni aspetti che percepivo (sono conscia del fatto che potrei essere preda del “bias di conferma”).
Elly Schlein è (era, vista la sua vittoria) la candidata perfetta per l’immaginario collettivo:
- giovane
- brillante (al di là di come la si pensi)
- donna (sfruttando “l’effetto Meloni”, quasi in emulazione, e soddisfacendo il desiderio di “finalmente una donna candidata alla presidenza di un partito fortemente patriarcale”)
In realtà due sono le cose che mi hanno colpito.
La prima: chi ha sostenuto la candidatura di Elly Schlein.
Tutta la vecchia guardia. Tutta (risalendo nei tempi fino a Bersani e Ochetto).
Delle due l’una:
- o è molto più conservatrice (delle idee fondanti del PD) di quanto l’immaginario collettivo percepisca (e quindi è perfetta per il ruolo richiesto dai “grandi vecchi”), oppure
- è il perfetto agnello sacrificale e sacrificabile utile al sostegno della tesi (semplifico pesantemente) del “visto che non va bene così?”
Quasi un “doppio legame”.
La seconda: chi le ha fatto fare la rimonta.
Gli elettori tesserati avevano espresso preferenza su Bonacini (che era in netto vantaggio), le elezioni aperte hanno ribaltato il risultato.
La domanda che mi sorge è: gli elettori tesserati avevano visto giusto e i cittadini votanti sono stati sedotti dal sogno di vedere una donna alla presidenza del PD? Oppure gli elettori tesserati sono conservatori e i cittadini votanti hanno visto giusto?
Onestamente non so rispondere e credo che solo il tempo potrà dare una risposta.
Credo che comunque sarà interessante osservare come si evolverà la vicenda.
Resta il fatto che Elly Schlein è la prima donna Presidente del partito e la più giovane in assoluto.
Poi che declinazione assumerà il “cambiamento” da lei sostenuto e auspicato sarà – anch’esso – da osservare: verso qualcosa di nuovo o verso un ritorno alle origini? Nuova identità o recupero di una identità forte?
Nel frattempo ragionare su quanto è accaduto può essere un esercizio molto utile per osservare una vicenda da più punti di vista, traendone conclusioni anche diametralmente opposte dallo stesso punto di osservazione.
La politica è estremamente affascinante, se si riesce a mantenere una distanza emotiva da quello che si osserva.
Qualche articolo utile:
- Chi stava con Elly Schlein – Il Post
- Chi è Elly Schlein, la nuova segretaria del PD – Il Post
- Quanto sono affidabili i risultati delle primarie? – Pagella Politica
- Il nuovo Partito democratico secondo Elly Schlein – L’Essenziale