Da che parte vado? Errando tra social…

Buonasera!

Questo post ha un po’ del “flash post” sclerotico del lunedì, delle righe scritte in fretta e furia per tentare di fissare un ragionamento in costante e continua mutazione, cercando di trovare il bandolo della matassa. Quale il web – per me – ormai è.

Ebbene vado a scrivere a ruota libera…

LinkedIn

Metti che stai leggendo il libro “LinkedIn per aziende professionisti” di Francesca Parviero e Antonella Napolitano: un libro che hai iniziato con curiosità e senza particolare convinzione, ma che – procedendo nella lettura – ti ha catturato e ti è servito (ti serve) per sistemare e migliorare il tuo profilo sul social network business.

E metti che questo libro ti diventa utile per imparare ad apprezzare sempre più questa “piattaforma” che avevi trovato noiosa sino a ieri.

Così scopri ed inizi a muovere i primi passetti in Lynda, diventando (tossico)dipendente del Social Selling Index (che i primi giorni  consulti compulsivamente), scrivendo qualcosa in più su Pulse

Instagram
Lo status che ho pubblicato ieri su Instagram/Facebook dopo qualche ora di esplorazione delle piattaforme di elearning

E pensi che – finalmente, dopo tanto vagare – sei arrivata alla quadratura del cerchio. Pensi di avere trovato un (tuo) giusto equilibrio nei canali di comunicazione, abbastanza ben ripartito tra immagini e parole, con un tono di voce adatto… (forte anche della perplessità – e del timore – che ti aveva suscitato una immagine condivisa su Facebook qualche settimana fa).

E invece no…

Settimana scorsa leggi questo articolo: Introducing a WordPress Plugin for Instant Articles (su Ninja Marketing un approfondimento in italiano: Facebook e Automattic: presto il plugin WordPress per Instant Articles). Scoprendo che WordPress (partner di Facebook in questa impresa) renderà disponibile entro metà aprile un plugin che favorirà la diffusione e l’accesso direttamente da Facebook degli articoli pubblicati sulla piattaforma di blogging più diffusa (una funzione che FB stava già sperimentando da alcuni mesi con alcune testate giornalistiche – qui un articolo di quasi un anno fa). Consentendo a tutti coloro che hanno un sito/blog su WordPress di utilizzare questo sistema per diffondere meglio i propri contributi.

Contemporaneamente ti accorgi che sulla timeline di LinkedIn si sta chiacchierando sul fatto che ultimamente LinkedIn sta diventando come Facebook (ossia sta perdendo i suoi connotati business, “a favore” di condivisione di contenuti a base di gattini, frasi motivazionali, foto provocanti di fanciulle, e via così…).

Ci ragioni attorno tra te e te, arrivando ad una tua (prima) conclusione (che sai già non sarà l’ultima…):

LinkedinFacebook

Ed in coda al post decidi di condividere un approfondimento (frutto anche di riflessioni nate dalla lettura dei commenti delle persone che hanno condiviso un pensiero sulla diatriba in corso):

Commento FB

Ma – come accennavo poco sopra – non è finita qui.

Le conversazioni sul tema continuano, e stamattina leggo – sempre su LinkedIn – un post di Rudy Bandiera: Linkedin è il nuovo Facebook! Anzi, è la parte PEGGIORE di Facebook. Titolo che scuote, contenuti che fanno riflettere.

Ed una cosa mi colpisce particolarmente: nel confrontare e ragionare attorno ai due social network, l’autore definisce Facebook come un social network pop (con tutti i pregi e difetti che questo comporta). Cosa che effettivamente LinkedIn non è.

pop-5
Immagine tratta dal sito The Freak

Immediato per me il rimando alla Pop-Art e al celebre aforisma di Andy Warhol:

Nel futuro ognuno sarà famoso al mondo per 15 minuti.

Ma in questo scrivere a ruota libera, durante il quale faccio fatica a tenere il filo del discorso, non voglio perdermi in una dissertazione attorno alla identità di Facebook.

Piuttosto vorrei riuscire a fermarmi un momento per cercare di capire da che parte andare.

Dove vado
Immagine tratta da LunaBulla (Tumblr)

Sì, perché a questo punto mi sorge una domanda che mi fa tornare sui miei passi.

Se inizia ad esserci una omologazione (un allineamento) della comunicazione tra vari social network (nello specifico LinkedIn e Facebook), che senso ha seguirli tutti?

Per esempio che dire della ipotesi che Twitter possa eliminare il limite dei 140 caratteri (suo carattere distintivo): Twitter toglierà il limite dei 140 caratteri?

A questo punto non mi conviene prediligerne uno, usando gli altri solo ed esclusivamente come strumenti di condivisione passivi (per la molto prosaica indicizzazione), infischiandomene dei must do martellanti di esperti del settore? (Condividere quindi automaticamente i post del blog, che personalmente ho rivalutato dopo un periodo di riflessione ed esplorazione di altri media.)

Tutto questo, ricordandomi quello che avevo letto sulla presenza online e che si può sintetizzare più o meno così: “Ognuno ha il suo social di elezione, più adatto al proprio modo di essere e narrarsi.” (Leggasi: non è necessario essere ovunque)

Che fare, quindi? Andiamo avanti.

Surfando nel web, gestendo contemporaneamente l’identità digitale e professionale, la comunicazione del proprio brand (di quello che sei e che sai fare) e lavorando sulla creazione della nicchia.

E – per non farsi mancare nulla – di seguito altri articoli che anticipano e aprono altri scenari:

Buona settimana!

 

3 pensieri riguardo “Da che parte vado? Errando tra social…

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