Robot e C.

Un paio di giorni fa ho visto scorrere nella timeline di Facebook un video relativo a questo “oggetto”:

Si tratta del “Pizza delivery robot” ideato da Domino’s (catena di pizzerie da asporto).
E’ un “robottino” che consegna a domicilio le pizze, ed è un possibile sostituto (sulla media-lunga distanza) dei ragazzi che sfrecciano sui motorini consegnando pizza.

Il video in questione è stato condiviso dalla pagina Facebook Futurism e rilanciato da alcuni contatti in rete (precisamente Luigi Centenaro, prima, e Sebastiano Zanolli, poi).
(Per dovere di cronaca il video di Futurism è leggermente diverso da quello condiviso qui.)

Si tratta sicuramente di un progetto curioso ed interessante, che mi ha stimolato a fare qualche riflessione e qualche ricerca, facendomi anche ricordare di alcuni progetti di robotica già operativi.

Ma andiamo con ordine.
Il progetto in sé – indubbiamente interessante – per ora mi lascia un po’ perplessa.
Perché?

Immagine tratta dal Guardian
Immagine tratta dal Guardian

Innanzitutto è in fase di sperimentazione in un luogo molto particolare: la Nuova Zelanda.
Che è già territorio di test di servizi online e offline (Facebook sta testando la sua versione business, per esempio).
Credo che questo dipenda da una serie di caratteristiche che la rendono un luogo ideale per questo tipo di attività:

  • rapporto abitanti/superficie = 15,2 ab/kmq (per avere un ordine di grandezza l’Italia ha un rapporto di 201 ab/kmq)
  • numero di abitanti 4.649.700, stima di Top Statistics New Zealand (Milano, da sola, ne conta circa 1.340.000 – Madrid, per esempio, si aggira intorno ai 3.200.000)
  • numero abitanti di Wellington (capitale della Nuova Zelanda e luogo di sperimentazione del “Pizza delivery robot”): circa 425.000.

Numeri che – credo – consentano una migliore gestione dei test e una conseguente più agevole raccolta dei dati.
Quindi ho pensato che da qui ad arrivare a vederli impiegati nelle grandi città, sarà necessario attendere ancora un po’ di tempo.

Ed è stato immediato (per me) il rimando al servizio “Amazon Prime Air” che prevede la consegna dei pacchi a mezzo di droni che atterranno davanti a casa tua.
Sicuramente un progetto affascinante sul quale credo debba essere essere fatta ancora qualche riflessione su variabili comportamentali umane (danneggiamenti accidentali o meno dei mezzi, possibili furti). Ma anche – più semplicemente – sulla circolazione in ambienti dove le variabili sono tante e non totalmente prevedibili (pensiamo al recente incidente di un’auto a guida autonoma avvenuto in un contesto di traffico normale).

Ve lo immaginate un oggetto simile che plana davanti al vostro condominio, depositando un pacco?
Questa è una ulteriore variabile: la conformazione urbanistica degli insediamenti urbani (non tutti gli insediamenti urbani sono organizzati in villette con giardino).

Il nuovo drone di Amazon Prime Air - foto ©Amazon
Il nuovo drone di Amazon Prime Air – foto ©Amazon

Quindi scenari sicuramente futuristici, evocativi ed accattivanti…
Sul quale si sta lavorando e che credo vadano tagliati su misura e differenziati rispetto agli ambienti nei quali vengono inseriti.

Detto ciò, sono la prima a pensare che i robot e la automazione evoluta troveranno sempre più ampio margine operativo nella nostra quotidianità.

Il video qui sopra mostra i progressi di Atlas, l’ultima generazione di robot della Boston Dynamics.
Abbastanza impressionante, non credete?
(A me ha colpito molto)

Ma senza andare lontano, i “robottini” sono già fra noi.
I robot tuttofare domestici sono una realtà che vedo imminente.

Esistono già i loro antesignani, quali i robot aspirapolvere per esempio.

Il robot Dyson 360 - foto ©Dyson
Il robot Dyson 360 – foto ©Dyson

Ma non solo.
Tempo fa, passando davanti ad un giardino privato, ho visto con la coda dell’occhio un robottino a tre ruote che tagliava l’erba…
Credevo di avere le traveggole, tant’è che sono tornata indietro a guardarlo.
Era lì, che andava avanti ed indietro placido, operoso e silenzioso.

i-robot-tagliaerba_NG2
Foto ©Arredamento.it

E ancora.
In alcuni ospedali, il prelievo e trasporto di farmaci dal magazzino ai reparti è gestito da robot che seguono percorsi precisi su corsie prestabilite.
Così come i loro “colleghi” che trasportano i vassoi.

Un robot porta vassoi - da archivio.gonews.it)
Un robot “ospedaliero” porta vassoi – da archivio.gonews.it

Recente è l’impiego nelle corsie di robot che consentono di visitare i pazienti da remoto: Il robot-Avatar che arriva in corsia e visita i pazienti al posto del medico.

Cric e Croc - ©Corriere
Cric e Croc – ©Corriere

Se ci fate caso, il comune denominatore di tutti questi dispositivi (che sono già una realtà) è che si muovono in ambienti chiusi o – al più – circoscritti.

La mobilità all’aperto – in contesti urbani a più o meno ad alta densità e attività – vede condizioni un po’ diverse.
Valutabili di volta in volta, e da progettare caso per caso.

La strada evolutiva della robotica è rapida ma anche molto lunga e complessa.
I prototipi sono utili per capire e cogliere possibili tendenze che non sempre trovano sbocco (o seguito) nella realtà, ma che possono comunque essere fasi intermedie verso altri oggetti che verranno (Google Glass, insegna: voci di corridoio parlavano di abbandono del progetto, in realtà sta evolvendo – “I Google Glass non sono scomparsi…”)

Nel frattempo, news sui robot e la loro evoluzione si possono seguire anche su questo sito (scoperto scrivendo questo post): Robotica News.

Vi lascio con questo buffissimo video: cagnolino vs robot (di Boston Dynamics)
(Il robot in questo caso è telecomandato…)

[Immagine di copertina tratta da http://www.arstechnica.com]

Un pensiero riguardo “Robot e C.

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