Fare blogging con La Grande Differenza

 

Fare Blogging La Grande Differenza

Sabato scorso sono stata a Vicenza per una giornata di formazione organizzata da La Grande Differenza.
L’argomento era il “fare blogging” (ossia il “bloggare”, lo scrivere e l’avere un blog) con relatore Riccardo Esposito (autore del libro “Fare blogging”, e blogger di professione).

Di Riccardo Esposito avevo già letto il libro e avere l’occasione di ascoltarlo per una giornata intera mi è sembrata una buona opportunità da cogliere al volo.
Tanto più vista la mia costante indecisione, e riflessione, sulla utilità di mantenere o meno il blog.

E’ stata una giornata intensa e pienissima di contenuti.

Tanti gli argomenti trattati, che hanno ruotato attorno due colonne portanti del mondo del web e del blog: Google e WordPress.
Tanti gli spunti che mi hanno fatto scrivere moltissimo.

Ragionamenti e abbozzi di mappe mentali
Ragionamenti e abbozzi di mappe mentali
Trucchi del mestiere e suggerimenti
Trucchi del mestiere e suggerimenti

E tante le finezze e le sottigliezze che ho colto, e che possono fare la differenza anche nella resa dei motori di ricerca.
Qualche esempio? Le parole chiave e la loro posizione all’interno del testo e del titolo stesso, i nomi dati alle foto, la struttura del testo in riferimento alle modalità di lettura degli utenti (che sono diverse rispetto alle modalità di lettura di un articolo di giornale o di un libro),…

E tantissime le riflessioni che mi sono fatta sulla strada del ritorno, a fine giornata.
Tutte sotto una “domanda mamma”: cosa vuoi comunicare con il tuo blog?
E’ un curriculum on line?
Vuoi raccontare della tua professione?
Vuoi raccontare delle tue competenze?
E’ un diario online? (E qui mi torna in mente il libro di Francesca Sanzo, “Narrarsi online”)

La Grande Differenza

Sono arrivata a casa con l’idea di spezzare il blog in due: uno dedicato alla passione per la lettura, ed uno dedicato alla professione della sottoscritta (pensando alle competenze che si stanno “autogenerando” su LinkedIn).
Domenica mattina (dopo averci dormito sopra) avevo una idea ancora diversa: marcia indietro, si torna alle origini. Si torna al blog personale. Si torna a “Barbara Olivieri – Non solo un architetto”.
Lunedì (dopo avere sedimentato ancora un po’ gli input ricevuti durante il corso), ho pensato che no, il blog resta così com’è. Va bene così com’è.
Ho solo apportato qualche piccola modifica di tipo funzionale (catturata dagli spunti di ottimizzazione recepiti durante la giornata con Riccardo Esposito), non senza prima avere osservato con attenzione alcuni blog che considero di riferimento e che mi hanno confermato la bontà dell’attuale struttura (sempre migliorabile).

Mi rendo conto che detta così può sembrare la descrizione di un’anima in pena che non riesce a trovare una propria identità professionale/digitale.
Non lo escludo.
Però, mi rendo anche conto che più si impara, più si conosce, meno certezze si hanno, maggiori territori inesplorati ti si aprono davanti e sempre più numerose sono le domande che ti fai.
In modalità “continuos learning”, senza mai fermarsi, in stato di “laboratorio permanente” (o “versione beta”, per parafrase Ben Casnocha autore – insieme a Reid Hoffman – del libro “Teniamoci in contatto”, che mi guarda dal tavolino da tre anni e che forse è arrivato il momento di leggere).

Chiudo con la riflessione di lunedì (con tanto di foto di accompagnamento, pubblicata su Facebook), scritta mentre stavo andando a prendere il treno e mi stavo accingendo ad iniziare una nuova settimana, con qualcosa in più nella “cassetta degli attrezzi”:

Imparare cose nuove
Riflessioni del lunedì, iniziando una nuova settimana

 

Riflettendo camminando (sotto il sole…)
È dal 2008 che macino corsi di formazione e libri (sull’argomento). Sono partita dalla PNL ed il coaching, attraversando rapidamente le Dinamiche a Spirale, approdando alla negoziazione, alla leadership, al Personal Branding, alla scrittura, allo storytelling, al public speaking, al web…
Mantenersi aggiornati è fondamentale.
Stare allerta è diventata una attività quotidiana come bere il caffè (adrenalina per adrenalina…)
Ma mano a mano che prosegui l’asticella si alza.
E fermarsi non è consigliato (almeno per me, anche se a volte vorrei farlo raggomitolandomi in un angolo…).
C’è una cosa però che ho notato. (Nelle mie scelte e dinamiche)
Una sorta di filo conduttore.
I gruppi piccoli.
Preferisco aule con gruppi piccoli.
Perché? Perché c’è più interazione.
C’è possibilità di fare delle cose, di mettere in pratica e sperimentare, di interagire e di parlarsi.
Di imparare facendo.
Le grosse platee, le megaconferenze non fanno per me (l’anno scorso ho fatto una eccezione e quest’anno lo farò ancora perché so che è esperienziale). A quel punto preferisco leggere i libri: diventano strumenti fondamentali sempre a disposizione. Integrabili poi con informazioni (ben filtrate… altro lavoro in più da fare…) prelevate dal “mare magnum” del web. (La caducità delle informazioni contenute in certi libri è rapidissima)
Sì, certo, costa fatica. È una attività di ricerca che certe volte ti fa domandare: “Ma chi me lo fa fare…?!”
Però è necessario.
Forse anche fondamentale.
Anche per dosare sforzi economici (cosa non trascurabile) ed intellettivi.
…Fine della riflessione sotto il sole…

Nel frattempo si va avanti a leggere libri e a condividere esperienze…
Buon proseguimento di settimana!

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