Il filosofo Simon Blackburn parla della reliance [il fatto di contare su qualcuno di affidabile, n.d.r.] come di una sorta di base austera della fiducia. L’affidabilità di qualcuno la posso constatare via via che lo frequento e che conosco le sue qualità e le sue competenze. Può progressivamente portarmi a dargli fiducia. Soprattutto, se arrivo a instaurare un vero dialogo con lui e a dichiarargli che mi fido: a partire dal momento in cui dichiaro a qualcuno la mia intenzione di contare su di lui, può sentirsi motivato dalle mie aspettative e impegnarsi in un processo al termine del quale può infine stabilirsi la fiducia reciproca.
Questo è uno dei passaggi del libro di Michela Marzano, “Avere fiducia”, che sono stati (e restano tuttora) illuminanti per me.
Un libro che – dopo una partenza faticosa – è stata una lenta, graduale ed inaspettata discesa in profondità nel concetto di “Fiducia”.
Un libro che esamina non solo la Fiducia da un punto di vista storico, politico e sociologico. Ma che offre anche una vista ed una analisi della Fiducia da un punto di vista psicologico, con citazioni ed esempi tratti da film, libri, saggi e lettere più o meno famose.
Leggendolo ho iniziato a farmi domande:
- cos’è per me la fiducia?
- perché mi fido?
- cosa mi aspetto dal dare fiducia a qualcuno?
- perché dono la mia fiducia?
Mano a mano che avanzavo nella lettura sentivo (con sorpresa) vibrare sensazioni in profondità, ripercorrevo la mia storia professionale e personale, ricordando episodi nei quali mi sono fidata e ho ricevuto come risposta dei “tradimenti” che hanno marcato e lasciato dei segni.
Provocando di conseguenza, innalzamento di metaforici muri di difesa: più davo valore a certe azioni, e ricevevo sgambetti e coltellate nella schiena, maggiore era la struttura di difesa che innalzavo.
Continuando a progredire nella lettura, riflettevo su ciò che l’autrice scriveva, e macinavo concetti, ritrovandomi e riconoscendomi educata alla “regola del contratto”, “della fiducia in sé a tutti i costi e diffidenza verso gli altri”, del “dare e avere” e di una serie di altre nozioni, prodotto di una storia lunghissima che si perde nei secoli, che hanno plasmato quello che siamo oggi (e che forse inizia – fortunatamente – a vacillare).
Il tutto andando ad innestarsi, più che altro a confrontarsi, con il concetto di “autostima”: una autostima sana, legata alla serenità e alla accettazione di sé.
Un accettazione di sé che si accompagna al rischio di esporsi ed aprirsi verso l’altro.
Libro consigliato!
Da leggere con la chiave di lettura che preferite di più.
Vi soprenderà.
Almeno spero…
Buona lettura.
Avere fiducia in qualcuno non significa che ci si possa appoggiare completamente su di lui o aspettarsi in qualsiasi momento il suo aiuto e il suo sostegno. Avere fiducia è, al contrario, ammettere la possibilità del cambiamento, del tradimento, del capovolgimento.