È una piccola sorpresa il libro “Guru per caso”, scritto a quattro mani da Alessandro Zaltron e Demetrio Battaglia.
Scoperto appunto per caso da dei post pubblicati su Facebook, ed incuriosita dalla copertina assai buffa, ho verificato di cosa si trattava e – trovata la versione per Kindle – l’ho acquistato e ho iniziato subito a leggero.
Complice la fatica nell’avanzata su “Platone è meglio del Prozac”, che porterò a termine dopo che avrò finito “Mad in Italy” (attualmente in lettura).
Ma torniamo al “Guru per caso”.
Narra la storia di Guido Ghiri, opaco dipendente di una mega-azienda, che – grazie ad un caso fortuito di salvataggio – assurge a fama di guru in una escalation incontrollabile, abilmente manovrata da alcune figure che lo circondano.
Non voglio anticipare nulla della trama, che scorre via veloce, in una scrittura leggera e divertente.
Quello sul quale invece mi voglio soffermare è ciò che ho letto tra le righe della storia (e mi spiace non avere potuto assistere alla presentazione che i due autori hanno fatto a Bassano, assieme a Sebastiano Zanolli: un trio decisamente insolito che forse mi avrebbe fornito ulteriori chiavi di lettura).
Non so se è voluto (credo di sì…), ma ho visto una ironia molto arguta su un certo mondo popolato da guru filosofici, guaritori bislacchi, politici folcloristici…
Tutto deliziosamente descritto e raccontato con leggerezza.
Ma ho letto anche riflessioni profonde: i pensieri che attraversano la mente del protagonista e che rappresentano anche un percorso di consapevolezza, di chiarimento interiore, che si fa via-via più nitido mano a mano che la sua avventura come guru cresce e sfugge al suo controllo.
Guido Ghiri è un po’ come uno di noi.
Rappresenta e da’ voce alle nostre insoddisfazioni e frustrazioni che ci perseguitano, quando avvertiamo che non siamo più contenti di quello che siamo e di quello che facciamo.
E così decidiamo di lanciarci in avventure ed esperienze, alla ricerca di qualcosa di nuovo e diverso.
Rischiando di rincorrere l’Araba Fenice, inseguendo non più desideri nostri ma visioni altrui.
Insomma un piccolo libro intelligente.
Leggero e pervaso da intelligente ironia.
E che cela riflessioni attorno ad un mondo popolato da persone orientate alla speculazione (non tutte per fortuna), che sfruttano le debolezze altrui per fare business.
Secondo me da leggere…
Per divertirsi e anche per riflettere…
“In simili casi vi è un solo alleato al quale affidarsi ciecamente, perché di solito non tradisce.
Quasi meccanicamente si scende dal letto, ci si avvia in cucina trascinando le ciabatte e, ancora assonnati, si cerca la luce. No, non l’interruttore: proprio una luce rivelatrice, purificante, che possa condurre sulle tracce del sonno perduto.
Però l’unica illuminazione che offre la società dell’homo technologicus è quella del frigorifero. Con sguardo appannato lo si apre, nella speranza di trovarci dentro le risposte all’insonnia notturna.
Di norma, invece, non c’è niente più che qualche pomodoro in via di decomposizione, un pezzo di formaggio con leggeri sintomi di muffa, una bottiglia di birra già aperta e sicuramente evaporata.
L’ancestrale brama di svelare uno scrigno pieno di sorprese lucenti si spegne miseramente su uno yogurt ai frutti di bosco. Scaduto.” [La metafora del frigo di Guido Ghiri]
3 pensieri riguardo ““Guru per caso””