Oggi è la Festa del papà. 19 marzo.
E, visto che invecchio e quindi inizio comportarmi come i salmoni (modo di dire tipico di mio padre, per descrivere la nostalgia che ti riporta ai luoghi di origine), mi rendo conto che – più passa il tempo – più apprezzo quello che mio padre mi ha trasmesso (e mi trasmette) come valori, convinzioni ed insegnamenti vari di vita.
Mi rendo conto che grazie a quanto mi ha insegnato, sono sempre riuscita a restare in carreggiata, più o meno… (ogni tanto bisogna recuperarmi, ma non vado poi così lontano…)
Mi rendo conto che grazie al suo esempio, io ho acquisito delle caratteristiche che mi hanno permesso (e mi permettono) di tenere duro. Anche quando sono ad un passo dal buttare tutto all’aria.
Mi rendo conto che grazie ai suoi sacrifici, al suo essere a volte un po’ brusco, ma – anche e soprattutto – alla sua generosità, ho imparato ad essere etica, ad essere concreta e ad essere stabile. Forse a volte ho sfiorato limiti estremi, ma – alla lunga – il ritorno in termini di vantaggio c’è stato.
Sì, certo, mi sono arrabbiata. Mi sono scontrata con lui (e ancora oggi abbiamo delle divergenze di opinioni piuttosto robuste).
Ma oggi più che mai (sarà la vecchiaia che avanza), mi rendo conto di quello che mi ha insegnato.
E penso che uno dei momenti (se non IL momento) catartici, è stato quando dovette subire un intervento di by-pass.
Lì, probabilmente, ho percepito la paura di perderlo. E – come sempre succede in questi casi – ho capito chi avevo davanti e quello che aveva fatto (e fa tuttora) per me, figlia unica.
Che altro dire? Nulla.
Se non che faccio tanti auguri non solo al mio papà, ma a tutti i papà!
Per non chiudere con la lacrimuccia di commozione, mi piace ricordare quello che mi ha detto sabato scorso il mio amico Francesco (che ha di recente ha conosciuto mio padre, per questioni di lavoro): “Adesso capisco, capo! [si diverte a chiamarmi così n.d.r.] Sei il clone di tuo papà!”
Si vede che ridendo e scherzando, con accapigliamenti annessi, ho comunque acquisito dal babbo (come lo chiamo io) caratteristiche ben precise.
Un po’ ruvide, ma “che spaccano!” (come dice Francesco). 🙂
Nella foto il babbo tenta l’eroica impresa di spiegare alcune cose di computer alla mamma…