Il Book Eater Club di Zelda… [GALLERY]

IMG_20141216_220306E’ da un po’ di tempo che seguo il Book Eater Club di Zelda Was a Writer (coloratissima blogger).
E ci sono arrivata attraverso la sua pagina Facebook.
Invece non ricordo bene come sono arrivata a lei, Zelda (alias Camilla)…
Diciamo che il caso ha voluto che la incontrassi sulla mia strada…
Però devo molto a questa iniziativa ed essere mancata nei due appuntamenti precedenti (più altri prima della pausa estiva) mi era dispiaciuto.
Avevo comunque letto i libri da lei suggeriti, ma mi mancava quel momento di convivialità e di scambio di idee che il commentare e condividere un libro comporta.

Mi sono sempre considerata una lettrice accanita, affranta da sindromi di shopping compulsivo ogni volta che metto piede in una libreria (lasciamo perdere i primi momenti che mi hanno visto possessore di un Kindle…).
Mi sono sempre piaciuti i thriller, le storie e – negli ultimi tempi – i libri di “crescita personale” (chiamiamoli così) e certi tipi di manualista.
Ebbene, il bello dell’incontrare Zelda ed il suo Book Eater Club è stato quello di avermi fatto scoprire autori importanti (che io non conoscevo… vergogna, profonda vergogna…) che mi hanno fatto scoprire – a loro volta – nuovi modi di scrittura e di racconto.
Portatori sì di storie, ma anche (e forse soprattutto) di riflessioni molto profonde.
Qualche nome?
Valeria Parrella (con il suo “Tempo di imparare“)…
James Salter (con il suo “Tutto quel che è la vita“)…
James M. Caine (con il suo “La falena“)…
J.D. Salinger (con il suo “Il giovane Holden“)…
E non da ultimo il libro di racconti sul Natale che ho appena concluso (e che è stato il protagonista dell’incontro di mercoledì), dal titolo “Il giorno più crudele”.

Ma non solo…
Grazie ai post di Zelda Was a Writer ho scoperto autori come Donna Tartt che con il suo “Il cardellino” mi ha catturato per la bellezza di 857 pagine (o 875… non ricordo…).
Ho scoperto ed apprezzato sempre più la libreria non convenzionale Open More than a Books (che ha ospitato la prima stagione del club)…

Insomma, mi si è aperto un mondo.

E più avanzo e più mi confronto con la mia abissale ignoranza.
Ma non mi arrendo… Anzi!
La voglia di leggere è cresciuta a dismisura, spingendomi a cercare anche “cose diverse”: case editrici insolite, autori nuovi…

Lo so, suona come un post di bilancio di fine anno… e forse lo è, un pochino…
Però avevo proprio tanta voglia di scriverlo, per cogliere l’opportunità di fermarmi un attimo e voltarmi indietro per vedere cosa ho imparato (sto imparando ed imparerò) da questa bella esperienza…

(Di seguito le foto che ho scattato mercoledì durante l’ultimo incontro dell’anno che si è svolto nel bellissimo spazio dell’Appartamento Lago di via Brera 30 a Milano. Foraggiati da panettoni e pandori Tre Marie e tè Kusmi Paris…)

Libri e Web, un binomio interessante [VIDEO]

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Ho letto il libro scritto da Davide Giansoldati, “Promuovere e raccontare i libri sui social network: Strategie, idee, consigli pratici e soluzioni su misura”.
Libro insolito che mette assieme, crea punti di contatto, tra due mondi ancora un po’ lontani ma che se intrecciati fra loro possono trarne un immenso vantaggio entrambi.

Di seguito la recensione pubblicata su Amazon seguita dalla videoriflessione presente su You Tube:

“L’ho letto in pochissimi giorni e l’ho trovato un testo utile.

In particolare ho letto la versione ebook, che consiglio vivamente per la seguente ragione: dal titolo è facile evincere l’argomento trattato dall’autore, che cita numerose fonti e siti web utili alla esemplificazione di quanto scrive.

La presenza dei link attivi sull’ebook, ti permette di visionarli direttamente dal dispositivo conducendo così un esperimento di “lettura integrata” e – se vogliamo – dal sapore “social”.

Inoltre – pur non essendo io un editore o un autore di libri – ho trovato molti spunti e suggerimenti validi anche per chi ha un blog e/o condivide informazioni relative ai libri che legge.

Di lettura agile e rapida, si divora in pochissimo tempo.

E resta un testo da tenere comunque a porta di mano, per poterlo riprendere in qualsiasi momento come guida per potersi districare nell’intricato mondo del web, che forse dialoga con un po’ di difficoltà con il mondo della editoria (ancora legato – per alcuni aspetti – al mondo cartaceo… ma questa è una mia impressione da “migrante digitale”).”

Buona lettura!

Due libri diversi fra loro [VIDEO]

COPERTINAUltimamente ho letto due libri “in parallelo”, contravvenendo un po’ alla promessa che avevo fatto a me stessa un po’ di tempo fa di leggere un libro alla volta…
Però confesso essermi stato utile per rompere il ritmo e apprezzarli di più, entrambi.
Infatti si tratta di due libri di genere opposto:
uno di narrativa (“House of cards” di Michael Dobbs) e uno di formazione (“Detto, fatto!” di David Allen).

Avere tra le mani due testi così diversi, si è rivelato molto utile per alternare il ritmo, spezzarlo, e cambiare passo a seconda del momento della giornata.

Di seguito le recensioni che ho pubblicato su Amazon e la videoriflessione.

Buona lettura!

Su “House of cards”:

Forse il mio più grande “errore” è avere letto questo libro dopo avere visto la trasposizione televisiva americana con Kevin Spacey.
Resta però il fatto che per l’epoca in cui è stato scritto (diversi anni fa) e – nonostante sia stato un pochino rivisto rispetto alla versione originale – si tratta di un bel romanzo crudele.
Ben scritto, si lascia leggere molto piacevolmente.
La “chicca” delle frasi/riflessioni di apertura è molto divertente e feroce: piccole perle di “saggezza” politica.
Da leggere per fare anche un interessante confronto con la serie di Netfix: per vedere come è stato ristrutturato il romanzo originario per tagliarlo sulla quotidianità e sulla realtà politica americana (sostanzialmente diversa da quella inglese).
Interessanti infine anche i riferimenti e le note alle cariche governative britanniche: curioso ed istruttivo (nonché ben documentato, visto che l’autore è un ex-addetto ai lavori).

Su “Detto, fatto!”:

Da leggere anche se in alcuni punti l’ho trovato un po’ “forzato”.
E’ un buon libro, indubbiamente.
Si lascia leggere con facilità e – se ci si lascia coinvolgere (armati di matita per sottolineare e penna e bloc-notes per appuntarsi idee) – può essere uno strumento utile per focalizzarsi, pianificare ed organizzarsi.
Quindi l’obiettivo dell’autore è raggiunto.
Quello che invece mi ha rallentato nella lettura (e che ritrovo spesso nei manuali di formatori americani) è l’eccessivo incedere in descrizione dettagliate: qui David Allen arriva persino ad indicare gli strumenti migliori (secondo lui) per ordinare ed archiviare.
E questo può essere il suo punto debole, che mostra l’età del libro: gli strumenti di archiviazione sono mutati molto velocemente in questi anni e alcuni suggerimenti possono risultare superati.
Sarebbe interessante se l’autore rivedesse il testo, adattandolo alle nuove tecnologie disponibili.
Resta però il fatto che – leggendolo – mi sono ritrovata a prendere appunti, a scrivere/elencare cose da fare e a tracciare con maggiore chiarezza un progetto futuro.
Da leggere.
Traendone ciò che più risulta utile ed efficace per se, in una sorta di lettura personalizzata.