Due libri diversi fra loro [VIDEO]

COPERTINAUltimamente ho letto due libri “in parallelo”, contravvenendo un po’ alla promessa che avevo fatto a me stessa un po’ di tempo fa di leggere un libro alla volta…
Però confesso essermi stato utile per rompere il ritmo e apprezzarli di più, entrambi.
Infatti si tratta di due libri di genere opposto:
uno di narrativa (“House of cards” di Michael Dobbs) e uno di formazione (“Detto, fatto!” di David Allen).

Avere tra le mani due testi così diversi, si è rivelato molto utile per alternare il ritmo, spezzarlo, e cambiare passo a seconda del momento della giornata.

Di seguito le recensioni che ho pubblicato su Amazon e la videoriflessione.

Buona lettura!

Su “House of cards”:

Forse il mio più grande “errore” è avere letto questo libro dopo avere visto la trasposizione televisiva americana con Kevin Spacey.
Resta però il fatto che per l’epoca in cui è stato scritto (diversi anni fa) e – nonostante sia stato un pochino rivisto rispetto alla versione originale – si tratta di un bel romanzo crudele.
Ben scritto, si lascia leggere molto piacevolmente.
La “chicca” delle frasi/riflessioni di apertura è molto divertente e feroce: piccole perle di “saggezza” politica.
Da leggere per fare anche un interessante confronto con la serie di Netfix: per vedere come è stato ristrutturato il romanzo originario per tagliarlo sulla quotidianità e sulla realtà politica americana (sostanzialmente diversa da quella inglese).
Interessanti infine anche i riferimenti e le note alle cariche governative britanniche: curioso ed istruttivo (nonché ben documentato, visto che l’autore è un ex-addetto ai lavori).

Su “Detto, fatto!”:

Da leggere anche se in alcuni punti l’ho trovato un po’ “forzato”.
E’ un buon libro, indubbiamente.
Si lascia leggere con facilità e – se ci si lascia coinvolgere (armati di matita per sottolineare e penna e bloc-notes per appuntarsi idee) – può essere uno strumento utile per focalizzarsi, pianificare ed organizzarsi.
Quindi l’obiettivo dell’autore è raggiunto.
Quello che invece mi ha rallentato nella lettura (e che ritrovo spesso nei manuali di formatori americani) è l’eccessivo incedere in descrizione dettagliate: qui David Allen arriva persino ad indicare gli strumenti migliori (secondo lui) per ordinare ed archiviare.
E questo può essere il suo punto debole, che mostra l’età del libro: gli strumenti di archiviazione sono mutati molto velocemente in questi anni e alcuni suggerimenti possono risultare superati.
Sarebbe interessante se l’autore rivedesse il testo, adattandolo alle nuove tecnologie disponibili.
Resta però il fatto che – leggendolo – mi sono ritrovata a prendere appunti, a scrivere/elencare cose da fare e a tracciare con maggiore chiarezza un progetto futuro.
Da leggere.
Traendone ciò che più risulta utile ed efficace per se, in una sorta di lettura personalizzata.

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