Un diario fotografico

Sicuramente stiamo vivendo un periodo che ci sta rivoltando come un calzino.
Emotivamente, operativamente,…
E ognuno di noi lo sta vivendo a modo suo.

Io mi sto ritrovando a riflettere sempre più spesso su cosa desidero (non su cosa “voglio”, una parola che sento arrogante e credo ormai abbia fatto il suo tempo).

Cosa desidero (o desidererei) per me, il babbo, le persone che mi sono care, gli amici, i colleghi… tutti immersi in questa vicenda che ci sta cambiando (chi più velocemente, chi più lentamente).
Immersi in un ambiente che ci sta modificando nel profondo.

Rifletto, penso a cosa desidererei, a “dove” vorrei vivere (il “dove” inteso come realtà, non necessariamente come geografia).

E nel mentre, complice anche i ritmi rallentati e dilatati (quasi talvolta sospesi), pubblico post, scatto fotografie con lo smartphone, lavoro, pulisco la casa e tento (maldestramente) di cucinare qualcosa… (mi sono autoproclamata “cintura nera di cibi pronti”…) .

In tutto questo scorro le timeline leggendo le mie e altrui parole.
Guardando le immagini mie e altrui.
E penso anche alla loro impietosità (delle timeline) e alla loro “volatilità”: tutto questo si perderà nel (nostro) passato, restando archiviato in qualche server geograficamente collocato oltre il Circolo Polare Artico.
E noi dimenticheremo le emozioni che abbiamo vissuto e le cose che abbiamo visto in questi giorni molto particolari…

Così poco fa mi sono detta: “Scusa, ma perché non archivi le foto che stai scattando in questo periodo in un album dedicato su Flickr…?”

Mi sono messa di buzzo buono, ho messo ordine, ho scremato un po’ (la condivisione serrata genera un po’ di caos nell’archivio) e ho raccolto le foto di questo periodo nell’album dedicato:

Diario dei giorni Coronavirus

Salvate anche voi da qualche parte le (vostre) parole, letture, foto… a futura memoria.
Per ricordarci dove eravamo oggi, quando tutto questo sarà (si spera) un lontano ricordo.

[La foto qui sotto l’ho scattata una sera portando giù l’immondizia… una “botta di vita”, commentata con un po’ di ironia]

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