
“Questioni di genere” è il titolo dello speech che ho dato martedì scorso al Milan-Easy Toastmasters Club.
Un progetto (di discorso) piuttosto impegnativo per durata (dai 15 ai 20 minuti) e struttura (obiettivi da soddisfare), facente parte di un manuale avanzato del percorso educativo Toastmasters (“The professional speaker”)
E sul quale ho tentennato quasi fino all’ultimo, avanzando tra mille incertezze e facendo i conti con la preparazione non proprio ottimale (dovuta ad una mia scarsa pianificazione).
Scegliere un argomento per un keynote speech non è semplice: devi ispirare, coinvolgere e condividere una visione.
In genere si tratta di un discorso di apertura (o di chiusura) di conferenze, tenuto da “personalità” di riferimento del settore. Quindi il pubblico a cui si rivolge è abbastanza “targettizzato” (know your audience, il mantra da recitarsi in continuazione durante la preparazione di un discorso, è ben definito).
Nello specifico, il progetto mi consentiva di fare una simulazione: potevo ipotizzare uno scenario di intervento in modo da focalizzare ancora di più il discorso.
Ho scelto invece di non dire nulla e di regolarmi sulla base del pubblico presente al meeting: una audience eterogenea che mi ha fatto prestare attenzione al non urtare la sensibilità di chi mi ascoltava e che ha anche rappresentato un “ostacolo” con cui fare i conti. Obbligandomi a mantenere una struttura più generale (uno scheletro), da calibrare e plasmare a seconda della risposta del pubblico.
Sono soddisfatta della performance?
Non totalmente. Avrei potuto fare sicuramente meglio.
Potevo prepararmi di più.
Ho però avuto modo di confrontarmi con un format complesso svolto in un “ambiente protetto” (il club). Molto utile per fare un test e prendere appunti su cosa migliorare.
Qui sotto il video [durata 18 minuti].
[E qui il link a Slideshare con le slide utilizzate.]
[Immagine di copertina tratta da James Vaughan on flickr]