Ricordo di avere letto Italo Calvino ai tempi del liceo (“Il barone rampante” ed “Il visconte dimezzato”, se la memoria non mi tradisce).
Non ricordo più il contenuto, però mi è rimasta la bella sensazione che avevo provato nel leggere queste storie un po’ strane.
(E di tempo ne è passato parecchio…!)
Tornare quindi ad immergersi nel mondo di questo scrittore così enigmatico (almeno per me), e a distanza di così tanti anni, è stato un bel match.
C’era già stato un primo incontro sotto Natale: uno dei suoi racconti è infatti contenuto nel libro “Il giorno più crudele”, che era stato scelto da Zelda Was a Writer (al secolo Camilla Ronzullo) per l’incontro di Natale del Bookeater Club.
Ricordo che tutta la lettura della “fiaba natalizia” di Calvino (“I figli di Babbo natale”) era filata via liscia fino alle ultime battute, che mi avevano spiazzato. Tant’è che ero tornata a leggerle più e più volte per essere sicura di non essermi persa qualche pezzo per strada.
E (col senno di poi) questa lettura inaspettata all’interno del libro di racconti ha avuto un che di profetico visto che – dopo qualche mese – ho incontrato di nuovo Calvino con “Le città invisibili”. Testo scelto come libro di apertura del nuovo ciclo di incontri (dedicato al viaggio) del bookclub di Open Milano dei BeBookers.

E’ stata una esperienza di lettura.
Sotto molto punti di vista.
E penso che si possa considerare come un libro leggibile su più livelli.
Come un libro di viaggio.
Come un libro composto da diversi itinerari, da seguire anche separatamente (se non lo avete letto, vi lascio scoprire il perché senza anticipare nulla; se lo avete letto capite senz’altro il perché).
Come un curioso libro di urbanistica e di architettura. (A tale proposito andate a dare una occhiata a questo interessante Tumblr: Seeing Calvino)
Senza dimenticare l’aspetto linguistico e narrativo: più volte il racconto mi ha ricordato la tradizione orale della narrazione, fatta di impressioni e ricordi che non sai fino a che punto intervengono nella restituzione di una realtà oggettiva.


All’inizio ho fatto molta fatica ad entrare nel modo di narrare di Calvino.
E questa situazione ha continuato a sussistere finché ho usato la logica.
Poi – nel momento in cui ho deciso di smettere di ragionare e ho deciso di lasciare fluire liberamente le parole – sono “entrata” nel libro e mi sono lasciata trasportare dai racconti. Praticamente ho zittito l’emisfero sinistro, dando pieni poteri all’emisfero destro.
Per poi scoprire che la struttura del libro pare sia regolata da una matrice (stante alcuni studi fatti, non da me).

Interessante. E suggestivo.
Credo che sia un libro da rileggere ogni tanto, perché penso che riservi sempre delle sorprese ad ogni “nuovo giro”.
Quindi buona lettura! (O buona ri-lettura…!)
Per chi vuole, di seguito c’è la consueta videoriflessione. [Durata: 11 minuti circa]
Mentre qui sotto il riepilogo dei link di questo post:
BeBookers – http://www.bebookers.it/
Seeing Calvino – http://seeingcalvino.tumblr.com/
Open Milano – http://www.openmilano.com/
“I figli di Babbo Natale” – Docs Google a libero accesso
Sai che Calvino a scuola non mi aveva appassionato…forse dovrei rileggerlo?!
Prova…! 🙂
Magari, passato un po’ di tempo lo apprezzi.