Diversificazione

diversificare

Diversificare…
Penso che diversificare sia la fatica più utile che si possa fare.

Ci riflettevo ieri dopo che ho rimesso in marcia lo smartphone-clone (un telefono Android acquistato su Amazon, molto simile ai Samsung, ma non Samsung), dopo che ero tornata sui dispositivi Apple per qualche giorno (iPhone e iPad).

Adesso se guardo i dispositivi che ho, mi trovo con un Pc HP su cui è installato Windows 8, uno smartphone con Android, l’iPad con iOS7 (un iPhone 4 prossimo alla pensione) ed un Kindle (base) per gli ebook.
A livello di sistemi operativi penso di avere a disposizione tutto (manca Linux forse…).

E confrontandomi con device riottosi, upgrade che “fanno sedere” i dispositivi, e App che vanno in crash, ho pensato che tutto sommato non è male.
Sembra un gran caos, ma avere sistemi operativi diversi può essere utile per mantenere elastici i neuroni e per compensarli uno con l’altro.
(Anche se ogni tanto un po’ di confusione c’è.)

Sicuramente i fedelissimi Apple storceranno il naso, ma non me ne vogliano.
Sono proprio io che non riesco a essere monomarca (pur riconoscendone la comodità).
Pur essendo una persona stanziale, pigra, che cerca di semplificarsi le cose (spesso senza successo), tendo a mescolare e spingo per uscire da un perimetro per andare a curiosare in altri recinti.
E’ un lato recente che sto scoprendo di me stessa, e che non credevo di avere.

E ragionando su questo, partendo dai sistemi operativi, oggi la riflessione si è estesa ad altri ambiti.

Infatti, proprio qualche giorno fa facevo una riflessione uguale e contraria, partita da un articolo letto sul web e dedicato ad alcune App dal design molto bello.
Esplorandole, mi si era risvegliata la voglia di un design minimalista e purista.
Quasi un processo di depurazione da orpelli inutili.
Un processo che è andato – gradualmente – ad estendersi ad altre aree: no make up, sì cosmetici iper-naturali ed iper-puri; no a monili vari ed eventuali, sì a linee pulite; no alle fantasie sui tessuti, sì a tinte unite; no ai decori, sì alle linee pulite…
Quasi un processo di alleggerimento, di ricerca di una sorta di lusso che solo la semplicità e la linearità ti possono offrire (almeno secondo me).
E così ero andata ad individuare delle marche rappresentative (che già utilizzo), per concentrarmi su di esse e dimenticarmi del resto.

Comodo.
Confortevole.
Non c’è alcun dubbio.

Però a rischio di limitazione.
A tale proposito mi ricordo di un docente del Politecnico di Milano che – durante una sua lezione – parlando di scelte, disse (in tempi non sospetti, cioè 20 anni fa, poco più): “Io per esempio, per poter scegliere nel mare di possibilità offerte ho deciso di vestirmi solo di bianco e nero.”
Ricordo che mi colpì questa osservazione.
Per il suo eccessivo purismo (così lo interpretai allora e così tendo ad interpretarlo anche oggi).

E allora mi domando: essere selettivi e focalizzarsi solo su alcune cose, può essere utile?
Forse sì, se ti sgombra il campo per fare altre ricerche.
Forse no, se ti chiude in un tuo recinto.

E quindi (all’opposto) mi domando: diversificare può essere utile?
Forse sì, se ti permette di esplorare e restare aperto a ciò che incrocia la tua strada.
Forse no, se ti fai sopraffare dall’effettivo caos informativo e di stimoli.

Non lo so.
Io tendo costantemente ad oscillare da un estremo all’altro: dalla selezione alla diversificazione; e dalla diversificazione alla selezione.

Non lo so.
Oggi peroro la causa della diversificazione.
Domani – come un pendolo inquieto – potrei perorare la causa della selezione.

Vedremo…
Nel frattempo diversifico.

2 pensieri riguardo “Diversificazione

  1. Bello il tuo post e interessante il tuo blog: apprezzo molto le persone che hanno molti interessi e questo mi sembra il leit motiv del blog in generale. L’articolo secondo me riflette in pieno questa impostazione: conoscere tutto e non cristallizzarsi su nulla – nemmeno sulle icone come Apple.

    Conosco bene questi pensieri e devo dire che ho l’impulso ad applicarli persino quando compro gli spaghetti al supermarket… Non so se sia un segno positivo o negativo ma lo trovo un mio segno caratteriale e quindi lo apprezzo.

    Certo… se si passa dalle marche di spaghetti alle aree di interesse la questione diventa più rilevante. Bisogna focalizzarsi e specializzarsi in pochi ambiti (e quindi non necessariamente cristallizzarsi ma concentrandosi) o si può lasciar libero corso agli interessi (con il rischio di essere dispersivi) ? Non ho una risposta assoluta… non riesco ad entrare in una libreria e ad uscirne senza aver comprato qualcosa e non sono mai diventato campione di qualche sport ma ho un’idea autonoma su moltissimi argomenti…

    1. Ciao Alberto,
      grazie per la tua riflessione e scusa per il ritardo nella risposta…
      Purtroppo nemmeno io ho la soluzione definitiva: oscillo in continuazione.
      E anche a livello professionale, sono trasversale per formazione e per tipo di lavoro che faccio (e questo può essere un problema o una opportunità… non riesco a dare una risposta neanche qui).
      Diciamo che per interessi personali e hobby (come questo piccolo blog) scorazzo allegramente, tentando inutilmente di stare dentro un perimetro che non riesco a contenere. Per professione diventa tutto un po’ più complesso…
      Forse un “filo rosso” in tutto quello che si fa c’è. Il problema è individuarlo…

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