“Con l’obiettivo di costruire una solida immagine di se.
Con l’obiettivo di non arrestarsi ad un metro dal traguardo.
Con l’obiettivo di abbandonare porti sicuri per conoscere nuove realtà.
Con l’obiettivo di muoversi ed essere nomadi per andare ad imparare da chi ne sa più di me.
Il tutto coi giusti tempi e ritmi, ma senza essere troppo lenti, e fidandosi dell’istinto.
Andiamo incontro al 2012…” [appunti dalla Timeline di Facebook – 21 dicembre 2011]
La riflessione che ho riportato qui sopra, scritta alla fine del 2011, rappresenta la traccia che spero di perseguire in questo 2012 (annusando la rete e restando ricettiva alle proposte che – confido – di incrociare lungo il corso dell’anno), con l’obiettivo di mantenere aperto un percorso di formazione permanente, che esuli da corsi di specializzazione meramente tecnici.
La partenza è decisamente ottima: ho ascoltato Massimo Lumiera in una Master Lecture di Casa Imbastita Campus (e venerdì prossimo parteciperò alla presentazione della nuova sede del Piemonte) e sabato scorso sono andata a Villafranca di Verona, ad ascoltare Sebastiano Zanolli sul Personal Branding (nella cornice del bellissimo Museo Nicolis).
Avevo già avuto modo di ascoltare Sebastiano per mezza giornata durante un corso residenziale a Livorno, restando con la necessità di voler sapere di più (troppo poco tempo con troppa carne al fuoco). E ho colto l’occasione di questa giornata di formazione per tornare ad ascoltarlo, per imparare qualcosa di più che uscisse dai confini del digitale (di cui avevo ascoltato da Luigi Centenaro in un Coaching Lab).
E’ stata una giornata ricca di spunti e riflessioni.

Sebastiano ha condiviso idee su come procedere nella costruzione del proprio Brand, suggerendo trucchi del mestiere, domande strategiche da porsi ed indicando quali possono essere gli errori più comuni nei quali si rischia di scivolare.
La presenza di Simone Ardoino di Creare Passaparola, è stata occasione per un rapido excursus sui social network più comuni (fonte e porta di accesso ad infinite possibilità, avendo cura di ciò che si condivide…).
Insieme ad un gruppo variegato di persone (provenienti dagli ambiti professionali più disparati: dal web, al tecnico, all’assicurativo, al design, alla moda,…), si è ragionato, si sono condivise esperienze lavorative e abbiamo acquisito tutti qualche strumento in più, da mettere nella nostra cassetta degli attrezzi e da utilizzare per costruire qualcosa di nuovo o di diverso.
Ed oggi, riflettendo sull’esperienza vissuta, ho pensato che un fondamento importante da tenere presente, la base di partenza, è comunque essere sé stessi (con le proprie caratteristiche che ci distinguono dagli altri, le nostre unicità, i nostri valori), essere congruenti (pensare ciò che si fa e fare ciò che si pensa), ascoltarsi ed apprezzarsi per quello che si è (nelle innumerevoli sfaccettature create dalla nostra esperienza).
Perchè sì, va bene, imparare tecniche di costruzione e affinamento del proprio Brand (inteso come persona fisica). Va bene, costruire a tavolino la “gioiosa macchina da guerra”. E va bene, imparare le tecniche di estrazione del proprio talento.
Ma quello che ci distingue dagli altri è la nostra unicità: tutto un bagaglio di esperienze professionali e non, che – stratificandosi – ci hanno formato e ci hanno reso unici. Secondo me questo costituisce le fondamenta per scovare i nostri talenti e costruire il proprio autentico Personal Branding (non frutto di idee e spunti “altri”).
Perché se non c’è questo lavoro di partenza (e si costruisce un brand personale a tavolino, senza fare tesoro del proprio bagaglio culturale), è come se si iniziasse a costruire una casa dal tetto (oltre che risultare poco credibili), con risultati insoddisfacenti.
Immagine tratta da Viadeo Blog
Un pensiero riguardo “A lezione di Personal Branding e Talento”