Due libri sul talento e la creatività [VIDEO]

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All’interno del progetto di “Un Libro A settimana”, mi è capitato di leggere in sequenza due testi apparentemente slegati fra loro, ma in realtà legati da un filo rosso che è quello che si può battezzare con il nome duale di “Creatività e Talento”.

Infatti, qualche settimana fa, in occasione della lecture di Paola Antonelli (curatrice del MOMA di New York) programmata da Meet the Media Guru, è stata organizzata una iniziativa molto interessante che ha coinvolto una startup di recente costituzione che permette di creare dei TweetBook.
Per questo esperimento – effettuato in collaborazione con MtMG – è stato scelto un libro speciale: “Fantasia” di Bruno Munari.
L’obiettivo era leggere un capitolo al giorno tra quelli selezionati, pubblicando su Twitter (con l’hashtag #mmgFantasia) spunti, immagini, frasi, suggestioni che emergevano durante la consultazione del piccolo e ricchissimo libro, con lo scopo di creare un museo virtuale, immaginario ed immaginifico. Creando una sorta di visionaria wunderkammer.
Così mi sono divertita (assieme a molti altri utenti) a partecipare a questo progetto di “scrittura condivisa” (a questo link ho raccolto in Storify i tweet) destreggiandomi e recuperando reminescenze di arte, design e anche cinematografia, lasciando andare a briglia sciolta la mia immaginazione un po’ anchilosata.

Concluso il libretto di Munari, mi sono poi cimentata nella lettura de “La trappola del talento” di Geoff Colvin.
Scritto da un giornalista della rivista Fortune, il libro ha come obiettivo il dimostrare che il talento non è un dono divino con il quale si nasce, bensì è frutto di un allenamento costante e continuo secondo determinate metodiche, ben codificate e ben programmate.
Si tratta di un libro che lavora su “fondamenti scientifici e logici” (se così li possiamo definire) e incoraggia anche chi pensa di non essere dotato di alcun “dono divino”. E a supporto della teoria dell’autore sono molti gli esempi di sportivi, musicisti, scacchisti, manager (ma non solo) che vengono menzionati. Proprio a sottolineare che è possibile eccellere in qualche campo se ci si applica con rigore e precisione.

La cosa interessante è che questi due libri hanno trattato un universo composto appunto da talento e creatività (anch’essa frutto di stimoli ed esercizi, così come sostenuto sia da Munari che da Colvin) in modo interessante e tra loro complementare.
Se il libro di Munari è stata una scoperta e ha costituito una lettura attualissima, quello di Colvin ha rappresentato un interessante excursus all’interno di una determinata ricerca volta a dimostrare che tutti possiamo sviluppare ed allenare i nostri “talenti”.

Di seguito le due videoriflessioni pubblicate sul canale YouTube, dove ragiono in modo un po’ più approfondito sui due testi.

La Magnificenza della Follia Pratica

Fornasetti

Stamattina, complice la montagna d’acqua che cadeva giù dal cielo, sono andata a vedere la mostra di Piero Fornasetti alla Triennale di Milano.

Una meraviglia.
Un folle e gioioso assembramento di oggetti surreali… Più o meno…

Perché in realtà si tratta di oggetti di uso comune (tavoli, mobili, sedie, vassoi, paraventi… ma anche foulard) plasmati da forme e colori tali da trasformarli in altro, facendogli perdere la sua riconoscibilità usuale, decostruendoli e destrutturandoli…

Una mostra molto ben allestita, che è una gioia per gli occhi ed un profondo godimento per l’emisfero destro e la sua creatività insita.

Basta mettere da parte la razionalità, il minimalismo, la logicità e dare spazio al bambino che è in noi, per apprezzare questa passeggiata in mezzo ai colori, agli oggetti e alla fantasia del designer.

Da vedere!
Per rinfrancarsi, per stupirsi e per la bellezza dell’apparentemente inutile…

Una curiosità: vedevo tante persone che fotografavano oggetti e ambienti della mostra, senza che il personale della mostra dicesse alcunché… Dopo la mia perplessità iniziale, mi sono dilettata a scattare qualche foto. E – tornata a casa – mi sono documentata e ho trovato questo interessante articolo di una recente iniziativa, che sa di prossima rivoluzione copernicana di fruibilità delle mostre:
Tutti pazzi per Piero Fornasetti, anzi: pazzi come lui! La Triennale lancia l’Instagram contest, chiedendo scatti ispirati all’estro del designer. Al migliore, in premio, una ceramica d’autore
Fatevi un giro su Instagram e curiosate nell’hashtag #lovefornasetti… Coloratissimo collage di ispirazioni varie…

Alcune suggestioni catturate dalle pareti della mostra… Lascio parlare loro (e le immagini), sono più eloquenti…

Il nostro mestiere è senza limite, a tempo pieno. Non c’è orario. Giorno, anche notte. I miei sogni li traduco in realtà, qualunque cosa faccia.”
Ho fatto l’amore tutta la notte… con una lastra nera di cera e una sottile punta di acciaio. È stata una lunga notte e non so se ho vinto o perso. Certo non ho goduto…

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[…] Questa è una mania quella che io combatto, quella delle etichette. Surrealista, neorealista, romantico, postmoderno. Abbiamo l’abitudine di comprare le “firme” e non più le cose belle che ci piacciono. Un artista che vuole avere successo non è più un artista. È una persona che vuole avere successo. Se si adegua alle mode arriva in ritardo perché ormai si sono adeguati tutti. […]

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[…] Guarda il bambù per 10 anni, poi dimenticalo, poi dipingi il bambù.
Interiorizzare, creare, produrre.
Non faccio ritratti dal vero, li estraggo dalla memoria.
Magari faccio degli schizzi ma poi produco tutto a memoria altrimenti che ritratti sono!
Sarebbero una copia […]

Sì dice che i miei oggetti siano realizzati con dei metodi segreti… rido sotto i baffi… il mio solo segreto è il rigore con cui conduco il mio lavoro… Sono come un direttore d’orchestra che si serve di primi violini e di professori ma che li dirige tutti per ottenere la sinfonia.

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Ho così vestito di vestigia, ceramiche, mobili e cose e ho così riposto in ogni opera un messaggio, un piccolo racconto certe volte ironico, senza parole evidentemente, ma udibile da chi crede nella poesia.

Mi reputo l’inventore del vassoio perché ad un certo momento della nostra civiltà non si sapeva più come porgere un bicchiere, un messaggio, una poesia. Sono nato in una famiglia di pessimo buon gusto e faccio del pessimo buon gusto la chiave di liberazione della fantasia.

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Nota alla foto di apertura del post: “Makers” è il libro che ho acquistato assieme al catalogo della mostra nella libreria della Triennale e non è parte integrante delle pubblicazioni della mostra.

Benzine in Triennale

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Stamattina non volevo andarci.

Mi sono alzata e ho visto la nebbia. Mi sono detta: “No… Resto sotto le coperte con un buon libro, in assoluta pigrizia”. Invece mi sono sforzata, mi sono preparata ed armata del mio ormai immancabile ed inseparabile taccuino nero, sono andata alla Triennale di Milano a visitare la “mostra” (le virgolette sono d’obbligo) “Benzine – Energie per la mente” organizzata dalla Fondazione Marino Golinelli.

Mai scelta fu più indovinata! E’ una “mostra” che consiglio vivamente di visitare (è aperta fino al 24 marzo).

Continuo a menzionare la parola “mostra” tra virgolette perchè non è una esposizione nel senso canonico del termine: è una sequenza di spazi che – per parole chiave – offre stimoli e riflessioni utilizzando video, installazioni d’arte, filmati divulgativi e frasi-icona che ruotano attorno ad una contaminazione ed interdisciplinarietà utili a stimolare creatività, pensieri e passioni.

Di seguito una serie di appunti trascritti dalle pareti dello spazio espositivo, ascoltati nei video proiettati e catturati qui e là, aggirandomi all’interno della “mostra”.

Sull’Arte

“[…] Non si tratta soltanto di venirne ricaricati, come dopo una buona dormita o una vacanza, ma di venire ricaricati a un voltaggio completamente diverso. L’arte non può offrire nessun ritorno immediato. Il suo tasso di cambio è energia per energia, intensità per intensità” (Jeanette Winterson)

L’arte contribuisce a riprogrammare la nostra percezione e la nostra immaginazione, nutrendo così lo spirito.

L’arte non è razionale, è intuitiva.

Sulle Idee

Le nuove idee sono diventate fondamentali per la crescita economica.

Le buone idee sono sempre state copiate.

“Il modo migliore per avere una buona idea è avere tante idee” (Linus Pauling)

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I Superflex operano un passaggio successivo che segna simbolicamente l’avvento di una nuova era: non è più il “comprare” l’essenza dell’uomo contemporaneo ma il “copiare”, ovvero l’appropriarsi di idee e modelli pre-esistenti per trasformarli […] in modo che assumano una forma sempre diversa e potenzialmente sempre nuova

(I copy therefore I am)

Sulla Creatività

“Creatività è connettere cose” (Steve Jobs)

La Creatività è un mistero della mente umana.

Come si sviluppa il processo creativo:

  1. accorgersi del problema;
  2. capire il problema studiando tutto quello che è stato fatto in materia e vedendo le cose da un punto di vista diverso;
  3. essere curiosi ed aperti mentalmente;
  4. rilassarsi lasciando che le idee vadano in incubazione (il cervello rivolge l’attenzione al suo interno);
  5. quando arriva l’idea, si procede con attenzione, concentrazione e tenacia;
  6. si è misurato che ci vogliono circa 10.000 ore di allenamento (10 anni circa) per produrre.

La Creatività della nostra mente non potrà mai essere sostituita da un computer.

Sugli Altri

“Nessun uomo è un’isola” (John Donne)

I social network hanno contribuito all’estensione delle connessioni, ma resta fondamentale anche l’incontro di persona, perchè siamo influenzati da quello che ascoltiamo, dagli odori… e perchè la verità è scritta sul nostro viso.

“Tutti noi impariamo di più quando ci sono più persone intorno a noi, quando possiamo osservare successi e fallimenti degli altri. Dal momento che la caratteristica essenziale dell’umanità è la nostra capacità di imparare l’uno dall’altro, le città ci rendono più umani” (Edward Glaeser)

Su Il Nuovo

Libri! Uno piccolo spazio a disposizione con alcuni puff sui quali accoccolarsi e sfogliare le copie in consultazione. Alcuni testi che ho individuato e che hanno catturato la mia attenzione:

“A chi non vive lo spirito del suo empo, del suo tempo toccano solo i mali” (Voltaire)

Sull’Imparare

“Non limitare tuo figlio a quello che sai tu, perchè lui è nato in un altro tempo” (Tagore)

Non siamo recipienti da riempire. Il processo neurologico di apprendimento si attiva quando abbiamo voglia di imparare veramente (non forzatamente).

Connettere per creare valore.

C’è bisogno di persone che imparano, pensano, sviluppano i propri talenti e trovano nuove soluzioni.

L’installazione artistica associata al concetto di Imparare è di Tim Rollins e del collettivo K.O.S. (Kids of Survival): un progetto nato in zone disagiate, utile a sviluppare talenti attraverso la scrittura, la pittura e altre discipline creative.

Su La Passione

“Trova un lavoro che ti piace, e non lavorerai mai più un giorno in vita tua.” (Confucio)

La Motivazione arriva dal di dentro ed è frutto di una emozione, non di un ragionamento.

L’importanza della Autonomia.

“Questo sol m’arde, e questo m’innamora” (Michelangelo Buonarroti)

L’installazione artistica (un video) associato (ed in contrapposizione) con il concetto di Passione si intitola “Casting” ( di Joao Onofre): alcuni studenti in una ipotetica audizione, ripetono la farse “Che io abbia la forza, la convizione, ed il coraggio” (Ingrid Bergman nel film “Stromboli” di Roberto Rossellini)

Chiudo con queste tre parole ascoltate da Andrée Ruth Shammah: Tempo – Energia – Passione.

Creatività alla Fondazione Corriere della Sera

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Questa sera ho assistito alla mini conferenza sulla Creatività organizzata dalla Fondazione del Corriere della Sera.
È la prima di un ciclo di tre conferenze raccolta sotto il titolo “Cultura e sviluppo nel mondo che cambia”: le altre due verteranno sulla Conoscenza (il 26 febbraio) e l’Innovazione (il 5 marzo).

Stasera la trasversalità e l’interdisciplinarietà sono stati il filo conduttore: cultura, neurologia innestate sulla creatività.

I relatori sono stati tre personaggi di altissimo spessore: Annamaria Testa, Leonardo Fogassi e Pierluigi Sacco.
Nell’ordine: una esperta di comunicazione, un neuroscienziato ed un esperto di Economia della Cultura.

L’occasione è stata quella anche di presentare la mostra “Benzine” aperta ieri alla Triennale, che resterà aperta fino al 24 marzo.

E stata una eccellente occasione per ascoltare riflessioni e ragionamenti, progetti e call-to-action, espresse con linguaggio elegante, sofisticato, pacato e comprensibile.
Una vera e propria occasione per somministrarsi un balsamo per l’anima, ed un energizzante per i neuroni.

Mi ha fatto pensare, mi ha fatto riflettere e – paradossalmente per me – mi ha fatto sentire anche cittadina del mondo.
Non c’è alcuna spiegazione logica e comprensibile in questa ultima sensazione (“cittadina del mondo”), visto che l’Italia versa in condizioni penose dal punto di vista della Creatività e della Cultura.

So solo che ringrazio Dio (o chi per esso) per darmi la possibilità (e la curiosità) di volere ascoltare per imparare e cogliere spunti. Che non so dove mi porteranno, ma ai quali non voglio rinunciare, in un costante percorso di ricerca che non avrà mai fine.

Di seguito elenco gli appunti che ho preso durante la conferenza, in ordine come li ho presi, senza filtri e senza riordino; non sono citazioni vere e proprie dei diretti interessati, bensì sono parole chiave e flash di frasi prese durante la dissertazione dei relatori coinvolti. Le lascio così, a stimolo e riflessione di chi leggerà.

Piergaetano Marchetti (Presidente della Fondazione del Corriere della Sera):

Inevitabilità della chiusura dei cicli (come già successo in passato).
Capacità della Ragione sorretta dalla Passione per andare più in la, oltre.
L’Arte è fondamentale per la crescita.
La Cultura è un fattore ambientale.
No ad Identità come cose fisse ed immutabili.

Pierluigi Panza cita, nella introduzione ai relatori, Platone nel Simposio:

La creatività è quella cosa che prima non c’era ed ora c’è.

Leonardo Fogassi sui neuroni specchio:

La Creatività Scientifica dipende da due creatività: la creatività tecnica (in situazioni di privazioni di fondi nella ricerca, si è stati in grado di inventare strumenti tecnici utili e poco costosi; la creatività pura (che non può essere assente nei processi tecnici).
L’importanza del “patrimonio motorio”: il migliore mezzo per conoscere il mondo (non c’è solo la conoscenza attraverso il nostro sistema percettivo). Ossia se io conosco cosa vuol dire “afferrare” sono in grado di riprodurlo quando lo vedo fare da altri.
Il sistema dei “neuroni specchio” esiste anche nel mondo delle emozioni e genera quella che viene definita la “comprensione empatica”.

Pierluigi Sacco:

L’importanza culturale a livello locale.
La convinzione limitante nel nostro Paese che la cultura non può produrre profitti.
La Cultura composta da una microfiliera così composta: Design/moda/gusto viste come espressioni industriali; Arte/Musei viste come espressioni culturali; Piattaforme social open sottovalutate come nuove forme culturali e veicoli di contenuti (come i videogiochi).
La Rivoluzione Tecnologica che sta rendendo obsolete produzioni e dinamiche tuttora in funzione: non esiste più il binomio netto “produttore di contenuti”/”pubblico”. Interscambiabilità dei ruoli.
Esiste un legame diretto tra la partecipazione culturale ed il benessere percepito.
Addirittura si è osservato che nelle persone anziane la partecipazione culturale influisce sul tasso di ospedalizzazione, con tutti i vantaggi che questo comporta.
Importante l’Innovazione tecnologica che permette la creazione di contenuti culturali. Ed in questo contesto non ci possiamo più permettere di perdere tempo a pensare se dobbiamo o meno aumentare il prezzo del biglietto d’ingresso ad un museo di 1 euro.

Annamaria Testa:

La creatività, essere creativi comporta: talento, resilienza, tenacia, preparazione, irrequietezza, capacità di lavorare tanto.
Creatività è anche creare valore per gli altri.
Per tanto tempo il concetto di creatività aveva assunto una accezione negativa; negli ultimi tempi si intravede una inversione di tendenza.
Senza preparazione non si può inventare qualcosa.
Creatività e anche produrre idee, concetti e cose nuove, appropriate.
La Creatività viene vista come una “metafora inclusiva”: una specie di biosfera dove tutto è integrato e dove tutto prospera se le varie componenti (pensatori, scrittori, pittori, scienziati,…) si fertilizzano fra loro. E per ben prosperare, vanno allontanati i parassiti e vanno coltivati i campi.

Un libro che credo acquisterò domani, sulla strada per l’ufficio, sarà proprio il testo di Annamaria Testa “La trama lucente“, mentre qui c’è un articolo pubblicato sulla edizione online dell’Internazionale della stessa Testa.