La mia piccola “miracle morning”

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Foto Pixabay da Pexels

Complice la #SheTechBreakfast di lunedì (organizzata da She Tech di cui sono socia da pochi mesi), che mi ha spinto ad alzarmi prima dell’alba, e che ha inaugurato la nuova (vecchia) abitudine di (tornare a) alzarmi presto alla mattina, sto facendo una delle mie “scoperte dell’acqua calda”.

Premesso che non ho letto il libro “The Miracle Morning”, ma leggevo i post di un amico che ne condivideva dei passi su Facebook in una sorta di cronaca di lettura e applicazione del metodo.

Premesso che alcuni amici mi decantavano della bontà dell’alzarsi al mattino presto da ben prima di Hal Elrod (ed io ho sempre ascoltato ed annuito con condiscendenza, ma scarsa convinzione interiore, raccontandomi che “sono più gufo che allodola”…).

Adesso –  nel migliore rispetto della tradizione di “testa dura” quale io sono – ne sto constatando la bontà.
Per puro caso.

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Foto Pixabay su Pexels

Infatti sono già tre mattine che mi alzo intorno alle 6:00 (fascia oraria tra le 5:30 e 6:30 a seconda della sveglia impostata e del ciclo del sonno monitorato dalla applicazione Sleep Cycle, che consiglio caldamente di utilizzare) e – passato il primo giorno nel quale ero profondamente frastornata ma motivata dalla “colazione in Microsoft” – sto osservando dei benefici: umore migliore, maggiore lucidità mentale e (questo molto stranamente) maggiore velocità nel prepararmi e sistemare la casa (prima di uscire).

E la maggiore lucidità e velocità operativa (pur restando sempre un bradipo – animale che adoro – in confronto ad altri) sono associate ad una maggiore focalizzazione sulle attività da svolgere di prima mattina (ma anche durante la giornata).

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Foto di Ryan McGuire su Gratisography

Non faccio nulla di strano, di nuovo o di differente, ma forse la solita routine che eseguo, la svolgo in modo diverso:

  • mi alzo procrastinando meno;
  • faccio la mia colazione (come da indicazioni della mia nutrizionista, che seguo da due anni);
  • leggo mentre sorseggio il caffè…
    e qui spendo due parole in più perché leggere (libri, post,…) è una delle mie attività preferite (e di cui scrivo spesso qui sul blog). Ma la mattina mi accorgo che ho una preferenza di genere e di format: prediligo post di blog, LinkedIn o Medium… letture brevi (magari anche in inglese, con lo scopo di “scaldare un po’ i neuroni”), oppure capitoli di manuali (nello specifico ho in corso di lettura “#letturasenzafine” di Paolo Costa e “Più vendite in meno tempo” di Jill Konrath e quest’ultimo è particolarmente indicato per letture mattutine, essendo organizzato per capitoli brevi e molto chiari);

dopodiché,

  • doccia, vestizione, trucco…
    anche qui andando verso una essenzialità lenta e inesorabile: trucco sempre più minimale (man mano che si avanza con l’età ci si trucca sempre di più o sempre di meno, osservavo con alcune amiche, ed io appartengo alla seconda categoria…), abiti sempre più “standardizzati” e facilmente abbinabili fra loro (di questo discutevo proprio qualche sera fa con una amica minimalista, ragionando da tempo sulla essenzialità adottata da alcune figure influenti dei nostri giorni… essenzialità che fa riflettere sia in termini di rapidità, sia in termini di riconoscibilità).

E poi – via – verso il treno, con zainetto in spalla.

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Foto di Oswaldo Ruben su Pexels

Rapida, leggera, (stranamente, per me) lucida e flessibile.

E sul sentirsi e/o essere leggero e flessibile, stamattina – ferma al semaforo pedonale – osservavo la lunga coda di automobili ferme in attesa di percorrere il canonico metro e scambiando due parole improvvisate con una signora, ho detto: “Felice di essere a piedi!”. “Decisamente!”, mi ha risposto la signora, “Ci si guadagna su tanti fronti!”.
(Ripensando a poco prima quando avevo incrociato un papà in bici, trainante rimorchio con bimbo a bordo, ed un ciclista agile che sfrecciava verso qualche luogo… esempi di sistemi alternativi di trasporto…)

Tornando a la mia piccola “miracle morning”, resta aperta la questione della tendenza all’insonnia (credo dovuta all’età) che confido però si risolva “per stanchezza”: alzandosi presto, gioco forza alla sera il sonno ad una certa ora arriva e hai buone possibilità di sconfiggere l’abitudine (acquisita nel tempo) di veglie notturne, passate trafficando sul web, lavorando, progettando e leggendo, ma sottraendo ore al riposo.

 

 

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