Non sapevo come intitolare questo post.
Varie ipotesi ruotavano attorno al concetto “sulle ore di sonno e l’alzarsi presto la mattina”.
Poi mi sono detta: perché non intitolarlo semplicemente “sonno”?
Titolo che può ingannare, ne sono consapevole.
Ed ecco perché ci tengo a sottolineare che non si tratta di un post scientifico sul “sonno”.
Non sono una scienziata e sono la persona meno titolata per scrivere consigli sull’argomento.
Semplicemente questo post nasce attorno a riflessioni che mi sto facendo dopo avere letto un articolo che sta girando nel web in questo periodo:
“Perché mi sveglio ogni mattina alle 5:30”
Articolo che rappresenta la punta dell’iceberg del mantra riassumibile in: “i migliori manager del pianeta si alzano molto presto al mattino”.
Mantra motivazionale martellante che sta assumendo le dimensioni di una ossessione.
(Qui un articolo – “Ecco a che ora si alzano i manager di successo” – che mi lascia molto perplessa: leggere alcuni orari di sveglia fa pensare a problemi di insonnia, più che a sane abitudini [alzarsi alle 3:30 del mattino mi giunge anomalo, più che come una caratteristica di uno spirito imprenditoriale ed operativo].)
(Men che meno con chi lo fa per motivi professionali e personali)
E’ che non so voi, ma io sono stanca di (ri)leggere sempre – ad intervalli regolari – questa notizia declinata, di volta in volta, in vari modi.
Notizia che può generare non poco disagio in chi non adotta gli stessi comportamenti.
E che – in taluni casi – viene utilizzata in modo colpevolizzante da “se non sei così, non vali nulla” (il messaggio che passa – in certi casi – è purtroppo questo).
Così, mi sono ricordata di una notizia letta qualche tempo fa, che cita uno studio che dimostra il contrario (in sostanza, chi va a letto tardi è più intelligente):
“Is Sleeping Late a Sign of Laziness or Intelligence?”
E quindi – domando – come la mettiamo?
Oppure – di ben altro tenore – un articolo che parla del numero di ore sonno:
“Come dormivano i nostri antenati: 6 ore per notte e non c’era l’insonnia”.
Questione che penso sia realmente importante e di cui pochi parlano (presi nel perorare la causa che alzarsi alle 5:00-5:30 del mattino è cosa buona e giusta).
Il numero di ore sonno.
Quel numero assolutamente personale (non codificabile, non raggruppabile, non categorizzabile e tanto meno rivendibile ad altri), che ti consente di alzarti al mattino riposato e mentalmente lucido.
Qui sta la cosa veramente importante secondo me.
Ognuno è qualcosa a sé stante, con i suoi bioritmi e le necessità che il corpo richiede.
[Senza contare le esigenze di vita e di lavoro, che incidono profondamente e di cui – qui – non ho volutamente parlato.
Ma che rappresentano una variabile molto importante di cui tenere conto.
Capaci di piegare le nostre abitudini personali e quotidiane, per cause di forza maggiore.]
Ed io? A che ora mi alzo?
E come gestisco il mio sonno?
Mi alzo tra le 6:30-7:00 del mattino.
Dormo circa 7 ore per notte.
E sono più civetta che allodola.
Infatti le ore tarde per me sono l’ideale per leggere, scrivere, pianificare e preparami per l’indomani.
Nel silenzio della città che dorme.
Il solo fatto di pianificare la sera prima cosa fare per il giorno dopo, contribuisce a farmi dormire meglio (altrimenti le questioni irrisolte sono capaci di farmi svegliare in piena notte, oppure di impedirmi di prendere sonno).
Inoltre – riallacciandomi all’articolo sulle “6 ore di sonno degli antenati” – dormo sempre con la finestra un po’ aperta. Per mantenere un costante ricambio d’aria ed una bassa temperatura dell’ambiente.
Io faccio così perché è la soluzione migliore per me, oggi.
Ma non è legge.
E’ una mia abitudine.
(Poi – se necessario – mi alzo anche prima.)
Chiudo con un link ad un articolo su un altro argomento (la gestione dello spazio e dell’ordine), che potrebbe essere oggetto di un altro post:
“Essere disordinato è sinonimo di intelligenza e creatività”
Così, tanto per capovolgere il metodo alla David Allen “Getting things done”…
E confortare chi si muove meglio nel disordine.
Confermando che ognuno di noi è un individuo che possiede sue metodiche, calibrabili sulle sue specifiche esigenze.
[Immagini tratte dal web]
Cara Barbara, io appartengo alla schiera dei supermattinieri. A volte mi sveglio anche alle 4:30 🙂 Non lo faccio per motivi di lavoro ma perché il mio bioritmo ad un certo orario mi dice di alzarmi. Punto. Amo la mattina presto, spalanco le finestra (in qualsiasi stagione) per sentire l’aria fresca. Queste ore sono dedicate alla lettura e, nell’ultimo periodo, anche a scrivere. Lavorando come freelance, mi è capitato anche di lavorare a certe ore e inviare mail ai clienti alle 6 del mattino. Secondo me non esiste una regola, bisogna solo saper ascoltare il proprio corpo. Ciao. mr
Ciao Mimma,
hai detto una cosa sacrosanta, secondo me.
Ognuno ha i suoi ritmi ed i suoi bioritmi.
Quello che faccio fatica a digerire è l’equazione, il sottile legame, “sveglia presto = grande manager”.
Equazione che viene spesso strombazzata in libri ed articoli motivazionali.
Un abbraccio! 🙂