Il libro di Simon Sinek “Partire dal perché”, scritto nel 2009, arriva da noi con qualche anno di ritardo (pubblicato di recente in edizione italiana da Franco Angeli).
Questo – secondo me – lo penalizza un po’, facendolo risultare superato per certi aspetti: negli esempi (case history) ed in alcuni concetti espressi.
Inoltre, come mi capita spesso di vedere in tanti testi di formatori di scuola americana, i concetti vengono ripetuti più e più volte all’interno del testo, appesantendolo e rendendo un po’ faticosa (ed anche un po’ noiosa) la lettura.
E forse sono questi i motivi che hanno fatto sì che non mi abbia convinto totalmente (pur essendo interessante l’idea di partenza).
Se fossi al posto dell’autore prenderei in seria considerazione una revisione del testo, che potrebbe essere aggiornato nei case history (ad essere sinceri non se ne può più dei soliti esempi di Apple, Southwest Airlines, ecc.), snellendo la struttura ed integrandola con nuovi studi e nuove riflessioni.
Peccato, perché il concetto del “perché faccio quello che faccio” è un argomento molto importante e di grande interesse, che meriterebbe una trattazione accurata e sviluppata su diversi livelli (dal libero professionista alla azienda di varie dimensioni).
A maggior ragione al giorno d’oggi dove regna molta confusione ed incertezza.
Per chi desidera, qui sotto la videoriflessione (della durata di 15 minuti circa) dove cerco di esporre in modo più articolato i motivi per cui il lavoro di Simon Sinek mi ha lasciato un senso di perplessità.