Io sono una astronauta

astronauta“Bello come ci si evolve… e si cambia, per ritornare poi…a fare l’astronauta alla scoperta di nuovi pianeti!”

Ho conosciuto Lucia Perfetti di Chiocciola Blu (Milano) una sera del Toastmasters: il club che frequento ha partecipato ad una serata dimostrativa per patrocinare e lanciare un club in territorio monzese.
Numerosi soci di Milano hanno accettato di buon grado la trasferta per partecipare e mettersi in gioco.
Ma anche numerosi ospiti si sono presentati (persino una amica di Verona) e tra queste c’era proprio Lucia.
Che più tardi mi ha fatto una sorpresa, di portata molto-molto ampia.
E di lunga gittata.

Infatti quando sono tornata a casa, facendo un rapido giro nei social network ho visto la condivisione sul suo profilo della pagina di questo blog intitolata “La mia storia” (dove scrivo che da piccola volevo fare l’astronauta…): nei commenti ai miei ringraziamenti per la condivisione, mi sono meravigliata per la bella ed insolita considerazione che apre questo post.
E’ stata una bella sorpresa che mi ha fatto molto piacere.
Ma siccome sono una ruminante e lenta di assimilazione, i flash di comprensione più ampia posso arrivarmi dopo tanto tempo…
E così è stato anche questa volta.

Dopo una giornata di quelle in cui sei stato un po’ (tanto) giù…
Nel mezzo di una giornata dove diventi ostaggio emotivo di te stesso e fatichi ad uscire da loop emotivi…
In una giornata di quelle dove la “para mentale” diventa una cosa fastidiosissima ed una volta che ne sei uscita, ne compare un’altra e avanti così in una sequenza senza apparente via d’uscita…

Accade che da un angolo del tuo crapino emerga un pensiero, un ricordo, che risale a diverse settimane prima, e si faccia largo – sgomitando – in mezzo ai pensieri bui e deprimenti, fino a diventare chiaro e limpido nella tua testa.
Allora osservi stupefatta questa metafora che ora – sotto un potente spotlight – esplode in un moltitudine di colori.
Dandoti ossigeno.
E in un improvviso flash-back ritorni all’infanzia, ricordando che volevi fare l’astronauta, ricordando che tutti i film di fantascienza che uscivano al cinema erano tuoi (cosa che accade ancora oggi, in misura un pochino inferiore), e la bimba che è in te gioisce (dopo che ha passato qualche giorno ranicchiata in un angolo, triste e sconsolata).

Ma anche l’adulto sorride (con benevolenza).
Sorride perché forse ha trovato un modo diverso per approcciare la quotidianità che non sempre è tutta “ricchi premi e cotillon” (anzi lo è sempre meno).
Ma che se presa nella giusta prospettiva può diventare una sfida esplorativa. Sicuramente non facile, ma comunque esplorativa.
Non a caso la quotidianità viene sempre più definita una “giungla”, ma nella accezione negativa del termine.
Invece così, sforzandoti, facendo anche dei doppi salti mortali carpiati per trovare chiavi di lettura insolite, osando ristrutturazioni linguistiche ardite, cerchi motivi per i quali andare avanti.
Tentando e sforzandoti di leggere la realtà in modo diverso da come la leggi usualmente.

E allora, esplorando, magari riesci a scrollarti di dosso quella pesantissima coperta che ti pesa sulle spalle, deprimendoti.
Riesci a liberarti di quei lacci che ti imbrigliano e ti impediscono di muoverti.
Trovando risorse inaspettate per partire in esplorazione di strade altrettanto inaspettate.
Che possono condurti verso nuovi mondi che non avevi minimamente preso in considerazione, o che ti erano totalmente sconosciuti.
Perché non li vedevi. Semplicemente.

Perché ho scritto tutto questo?
Perché magari può tornare utile a qualcuno che – come me – si ficca in pensieri nefasti e disfattisti, molto ben alimentati da tutto ciò che leggi e vedi.

Coraggio…
Non è una passeggiata, ma se non altro per rispetto nei confronti di te stesso vale la pena tentare.
Rimboccandosi le maniche e partendo in esplorazione.

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