Foto scattata da Extraordinary.
Ieri sono tornata da un corso residenziale molto speciale: Extraordinary Me.
Quattro giorni in un bellissimo albergo, di fronte al mare.
Quattro giorni intensi, lontano da tutto e tutti, per fare il punto della situazione su se stessi, su dove si è e su dove si vuole andare.
Quattro giorni durante i quali i problemi quotidiani sono stati tenuti a debita distanza, sono risultati più o meno lontani.
Quattro giorni accompagnati da Claudio Belotti, straordinario mentore e facilitatore, supportato dalla grandissima Patrizia Belotti, dallo straordinario Sebastiano Zanolli e dal bravissimo Fausto Madaschi.
Quattro giorni durante i quali, insieme ad altri eccezionali 13 compagni di viaggio, abbiamo condiviso, abbiamo scoperto e ci siamo emozionati.
Prima di partire mi è successo di tutto. Era come se “qualcosa” facesse di tutto per impedirmi di andare: dicono che quando il fisico dia segnali di somatizzazione, qualcosa dentro di te si stia ribellando e smuovendo. Bene, una settimana prima m’è venuto un raffreddore allucinante (preso durante una calda giornata di crociera sul Brenta, navigando tra le ville venete…) che mi ha letteralmente “piegato come un origami”, costringendomi ad un uso massiccio di aspirine per restare lucida ed operativa.
Un po’ di tempo prima ho iniziato a dare segni di fastidio ed intolleranza alla “crescita personale“, tanto da uscire dal gruppo Extraordinary di Facebook.
Quando è stato il momento di dare delle risposte e di fare un punto della situazione pre-corso, è venuta fuori rabbia, frustazione e profonda insoddisfazione.
Ed oggi, guardandomi indietro, ho compreso che c’era nascosta una paura folle. Di cosa? Non ne ho la più pallida idea!
Perchè oggi, dopo avere vissuto questi 4 giorni veramente incredibili, mi sono guardata indietro e ho visto la assoluta e totale inconsistenza di quello che ho pensato e riflettuto prima di partire.
Ho visto una storia che mi sono raccontata per tanto-tanto tempo e che non ha nessun fondamento.
E’ vero, mettersi in gioco, mettersi a nudo, può farti andare in crisi, crearti un profondo imbarazzo. Soprattutto se sei abituato a vivere un determinato ruolo e questo ruolo ti ha imprigionato.
Invece, mettersi in gioco, mettersi a nudo, può solo farti crescere. Devi fidarti di quello che succederà, perchè non ci sarà nulla di cui avere paura.
Questo ho compreso: 4 giorni guidati da Claudio Belotti (che ha dato anima e cuore), accompagnati affettuosamente da sua moglie Nancy ed accolti calorosamente da Francesca, mi hanno dato modo di rimuovere un bel po’ di sovrastrutture, e di guardare in faccia alle emozioni.
Ho attraversato momenti entusiasmanti, al limite dell’innamoramento, di profonda emozione, di profonda intimità con me stessa e la mia vera natura.
E la cosa più divertente è stata che non ho risposto alla domanda alla quale volevo rispondere assolutamente prima di iniziare il corso.
Ho fatto tutt’altra cosa, ho fatto quello che realmente dovevo fare.
E’ iniziato un nuovo viaggio.
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