Perché? (Flash post)

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Avviso ai naviganti: non ho idea del tipo di impaginazione che uscirà…
Ho scritto questo post da uno smartphone, caricando la foto, scattata dallo stesso smartphone…
Ergo il risultato grafico può essere un po’ bislacco. Quindi – nel caso – provvederò a sistemarlo quando tornerò davanti ad un PC (fra un paio di settimane).

Ma venendo al motivo di questo “flash post”, sono qui a fare una riflessione ad alta voce.
Riflessione che scaturisce da un programma che stavo redigendo su come dare una impronta significativa a questo blog.
Una impronta che potesse sposarsi con l’identità professionale che ho.
Infatti ho inserito nuove categorie, una nuova pagina (“videoriflessioni”),… tutto in funzione della mutazione di questo spazio in qualcosa più di nicchia.

Ero convinta!
Stra-convinta che la cosa potesse funzionare.
Poi complice una “innocua” mail ricevuta, che elogia i “percorsi non lineari”, è complici due libri che ho tentato di iniziare a leggere ma mi hanno sfiancano dopo pochissime pagine (sono i due in secondo piano nella foto), mi sono detta:

“Ma perché? Perché mi devo fare del male? Perché devo forzare il piacere della lettura su dei testi duri, complessi e alcuni pure incomprensibili? Perché devo forzare la chiave di lettura di un libro di narrativa?”

Ossignore!, a me piace leggere.
Mi piace riflettere.
Mi piace raccontare le cose che mi accadono e che faccio.
Perché devo diventare tediosa, saccente e noiosa?
Perché devo diventare monotematica?

Questo non è un “corporate blog”.
Questo è un blog personale.
Questo – in teoria – dovrebbe (e potrebbe) essere uno spazio dove trova sfogo proprio quel percorso non lineare menzionato in quella mail sibillina…

E allora avanti così.
Facendo qualche passo indietro e qualche scarto laterale.
Tornando anche un pochino alle origini.

[Fine del flash-post, impaginato alla cieca, scritto in una mattina di agosto…]

Crescere lentamente… libera associazione di idee

snail macro on a lavage stem crawling

Credo siano tre anni (mese più, mese meno) che curo questo piccolo blog.

Come ho ripetuto in varie parti, qui dentro scrivo e condivido ciò che leggo e ciò che penso (oltre a ciò che mi capita di vivere nella quotidianità personale e professionale), senza un disegno preciso (una strategia)…
[Magari un filo conduttore c’è, ma non ci faccio caso]

E ho letto tante cose sul web relative a fare business con i blog.
Costruendoli attorno ad argomenti specifici, per offrire un servizio su cui costruire una fonte di guadagno.
Ci ho anche pensato dopo avere letto il libro “100 Euro bastano”: questa estate ho passato tre giorni a studiare la mia rete, cercando di renderla più funzionale possibile.
Ed effettivamente è servito a mettere un po’ di ordine e a rendermi conto del pasticcio di transito di informazioni che girano tra i miei vari profili sui vari social network.
Però l’ispirazione di creare qualcosa di “funzionale a” non ha tenuto (era vera ispirazione? non credo…).

Sicuramente, questa operazione di creare qualcosa di utile è servito anche a riordinare le numerosi sezioni frammentate di cui era composto all’inizio il blog.

È servito a dare maggiore evidenza alla mia passione per la lettura che mi porta ad acquisti bulimici in libreria e su internet (non mi basteranno dieci vite per leggere tutto quello che compro!).
Passerei giornate intere a leggere e a scrivere di quello che leggo!
Ma non criticando bensì applicando una sorta di lettura emotiva, dedicando l’attenzione a ciò che mi suscita il leggere qualcosa

Però alla fine sono tornata a quella che è sempre stata l’idea iniziale: scrivere per lasciare un segno nell’universo, per fare mente locale, per ricordare e fissare dei momenti, per riflettere e per condividere.
Senza pensare ad un possibile business.
Perché se solo penso ad un possibile sbocco monetario, si crea il vuoto mentale e divento incapace di pensare alcunchè.

Un paio di persone (in momenti differenti) mi hanno detto: “Perché non crei una raccolta dei tuoi post migliori?”
La mia risposta è stata più o meno: “Ma no, ma va! Meglio di no. Non ha senso.”
Anche perché penso che oggi siamo in tanti a scrivere (grazie a questi meravigliosi mezzi che il web mette a disposizione) e se mi metto pure io… dove vado?
Non ci vedo un gran senso.
Almeno per me.

Io faccio tutto questo perché mi piace farlo e mi va di farlo.
Senza un fine.

Sicuramente sbaglio.
Sicuramente mi accontento. Di poco.

E proprio anche per questo non spingo per far crescere il blog a numeri stratosferici.

Perché mi piace pensare che chi capita qui anche per caso, e si ferma leggere, lo faccia perché trova qualcosa di interessante per lui/lei.
Ed ogni volta che scopro che qualcuno si iscrive, o commenta perché ha trovato un argomento sul quale vuole esprimersi, io sono contenta.

Perché c’è spontaneità, disinteresse e semplice desiderio di esprimere il proprio pensiero.

Penso che una crescita lenta di questo piccolo spazio sia la cosa migliore.

A me basta questo.
Sono già contenta così.

Buon fine settimana.