Mike Kelley e l’arte contemporanea – alcune riflessioni…

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Ieri ho dovuto esercitare una sospensione di giudizio non da poco mentre mi aggiravo in Hangar Bicocca, cercando di comprendere le installazione di Mike Kelley.
La guida (la bravissima Elisa) si è prodigata in spiegazioni, aiutandoci nella comprensione dei video delle performance e delle installazioni varie.
Compito arduo, vista la illogicità (attenzione… ho detto illogicità) di alcune opere.

Però, ogni volta per me è una sfida.
Ogni volta che vado a vedere una mostra di arte contemporanea, è un confronto con i miei blocchi mentali e con i “rifiuti a prescindere” che scattano davanti ed espressioni fuori dai canoni consueti (… canoni consueti…).

E ricordo anche quello che disse una volta una guida, riguardo proprio al (possibile) rifiuto che abbiamo davanti ad opere come quelle – per esempio – di Mimmo Palladino (la montagna di sale davanti a Palazzo Reale per me era un insulto a chi soffre la fame…), davanti ai lavori di Maurizio Cattelan (ricordo bene i bambini impiccati all’albero di Piazza XXIV Maggio a Milano…), davanti alle opere di Lucio Fontana (fu una epifania quando compresi – in un flash – il significato delle sue tele tagliate)… E davanti a tutte le opere di artisti contemporanei…
In particolare ricordo che disse che anche in passato i Futuristi, gli Espressionisti, gli Impressionisti,… furono bollati dai loro contemporanei come pazzi, incomprensibili, artisti da strapazzo.
Il nuovo e le sue espressioni artistiche sono sempre stati rifiutati ed osteggiati al loro comparire nella società”, disse.

Vero. Verissimo.
Ed ogni volta che mi trovo davanti ad installazioni di artisti contemporanei, mi aggrappo a questa riflessione, nella speranza di cogliere cose interessanti.
Mi ricordo ancora quando a Berlino vidi un’opera di Pollock: non l’ho mai capito, però – davanti a quella tela di notevoli dimensioni – rimasi affascinata. Non so dire perché e non ho mai voluto capire il perché, so solo che mi piacque. Per come era.
(La stessa cosa avviene per le opere di Kandinsky, che non ho mai voluto capire, perché convinta che – se lo facessi – con molta probabilità perderei quel senso di magia che le sue opere mi trasmettono).

Forse queste opere non vanno capite da un punto di vista logico.
Forse non vanno lette e codificate secondo canoni ben precisi.
Forse vanno semplicemente viste (e vissute?) come manifestazioni personali di un individuo che sta veicolando un suo personalissimo messaggio, una sua lettura della realtà…

Siamo sempre lì, quindi: sospendere il giudizio e stare ad ascoltare, a sentire e a percepire.

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E credo che mia madre, ieri, sia stata (più o meno consapevolmente) illuminante:
Vabbé, ma allora siamo tutti artisti!” mi ha detto
Non è una osservazione da poco.
Volendo, su una affermazione simile, si possono fare molte riflessioni filosofiche ed artistiche…
Siamo tutti artisti? Probabilmente sì. Allo stato latente ed embrionale, sì.
Sta a noi utilizzare le nostre capacità ed i nostri talenti per estrarre le nostre personalissime opere d’arte…

Ma questo è un altro discorso…

Arte e Architettura [Gallery]

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Spesso, frettolosi come siamo, non ci accorgiamo di angoli disseminati ed inframmezzati, per questa città (Milano) che percorriamo come delle schegge, inseguendo noi stessi ed i nostri impegni.

Ieri, ne ho approfittato per fare un tour con l’Ordine degli Architetti di Milano, alla scoperta (e riscoperta) del legame inscindibile che ha avviluppato l’Arte con l’Architettura in un periodo storico molto preciso.

Senz’altro alcune architetture possono non piacere, però credo vadano lette rispetto al periodo nelle quali sono state costruite. Periodo che ha visto artisti che hanno inventato nuove correnti di pensiero e che ha visto architetti sperimentare nuovi materiali e nuovi moduli abitativi.

Insomma, sospendere il giudizio per comprendere, imparare ed acquisire qualcosa di utile.

E qualche scatto effettuato qui e là con un iPhone.

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Benzine in Triennale

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Stamattina non volevo andarci.

Mi sono alzata e ho visto la nebbia. Mi sono detta: “No… Resto sotto le coperte con un buon libro, in assoluta pigrizia”. Invece mi sono sforzata, mi sono preparata ed armata del mio ormai immancabile ed inseparabile taccuino nero, sono andata alla Triennale di Milano a visitare la “mostra” (le virgolette sono d’obbligo) “Benzine – Energie per la mente” organizzata dalla Fondazione Marino Golinelli.

Mai scelta fu più indovinata! E’ una “mostra” che consiglio vivamente di visitare (è aperta fino al 24 marzo).

Continuo a menzionare la parola “mostra” tra virgolette perchè non è una esposizione nel senso canonico del termine: è una sequenza di spazi che – per parole chiave – offre stimoli e riflessioni utilizzando video, installazioni d’arte, filmati divulgativi e frasi-icona che ruotano attorno ad una contaminazione ed interdisciplinarietà utili a stimolare creatività, pensieri e passioni.

Di seguito una serie di appunti trascritti dalle pareti dello spazio espositivo, ascoltati nei video proiettati e catturati qui e là, aggirandomi all’interno della “mostra”.

Sull’Arte

“[…] Non si tratta soltanto di venirne ricaricati, come dopo una buona dormita o una vacanza, ma di venire ricaricati a un voltaggio completamente diverso. L’arte non può offrire nessun ritorno immediato. Il suo tasso di cambio è energia per energia, intensità per intensità” (Jeanette Winterson)

L’arte contribuisce a riprogrammare la nostra percezione e la nostra immaginazione, nutrendo così lo spirito.

L’arte non è razionale, è intuitiva.

Sulle Idee

Le nuove idee sono diventate fondamentali per la crescita economica.

Le buone idee sono sempre state copiate.

“Il modo migliore per avere una buona idea è avere tante idee” (Linus Pauling)

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I Superflex operano un passaggio successivo che segna simbolicamente l’avvento di una nuova era: non è più il “comprare” l’essenza dell’uomo contemporaneo ma il “copiare”, ovvero l’appropriarsi di idee e modelli pre-esistenti per trasformarli […] in modo che assumano una forma sempre diversa e potenzialmente sempre nuova

(I copy therefore I am)

Sulla Creatività

“Creatività è connettere cose” (Steve Jobs)

La Creatività è un mistero della mente umana.

Come si sviluppa il processo creativo:

  1. accorgersi del problema;
  2. capire il problema studiando tutto quello che è stato fatto in materia e vedendo le cose da un punto di vista diverso;
  3. essere curiosi ed aperti mentalmente;
  4. rilassarsi lasciando che le idee vadano in incubazione (il cervello rivolge l’attenzione al suo interno);
  5. quando arriva l’idea, si procede con attenzione, concentrazione e tenacia;
  6. si è misurato che ci vogliono circa 10.000 ore di allenamento (10 anni circa) per produrre.

La Creatività della nostra mente non potrà mai essere sostituita da un computer.

Sugli Altri

“Nessun uomo è un’isola” (John Donne)

I social network hanno contribuito all’estensione delle connessioni, ma resta fondamentale anche l’incontro di persona, perchè siamo influenzati da quello che ascoltiamo, dagli odori… e perchè la verità è scritta sul nostro viso.

“Tutti noi impariamo di più quando ci sono più persone intorno a noi, quando possiamo osservare successi e fallimenti degli altri. Dal momento che la caratteristica essenziale dell’umanità è la nostra capacità di imparare l’uno dall’altro, le città ci rendono più umani” (Edward Glaeser)

Su Il Nuovo

Libri! Uno piccolo spazio a disposizione con alcuni puff sui quali accoccolarsi e sfogliare le copie in consultazione. Alcuni testi che ho individuato e che hanno catturato la mia attenzione:

“A chi non vive lo spirito del suo empo, del suo tempo toccano solo i mali” (Voltaire)

Sull’Imparare

“Non limitare tuo figlio a quello che sai tu, perchè lui è nato in un altro tempo” (Tagore)

Non siamo recipienti da riempire. Il processo neurologico di apprendimento si attiva quando abbiamo voglia di imparare veramente (non forzatamente).

Connettere per creare valore.

C’è bisogno di persone che imparano, pensano, sviluppano i propri talenti e trovano nuove soluzioni.

L’installazione artistica associata al concetto di Imparare è di Tim Rollins e del collettivo K.O.S. (Kids of Survival): un progetto nato in zone disagiate, utile a sviluppare talenti attraverso la scrittura, la pittura e altre discipline creative.

Su La Passione

“Trova un lavoro che ti piace, e non lavorerai mai più un giorno in vita tua.” (Confucio)

La Motivazione arriva dal di dentro ed è frutto di una emozione, non di un ragionamento.

L’importanza della Autonomia.

“Questo sol m’arde, e questo m’innamora” (Michelangelo Buonarroti)

L’installazione artistica (un video) associato (ed in contrapposizione) con il concetto di Passione si intitola “Casting” ( di Joao Onofre): alcuni studenti in una ipotetica audizione, ripetono la farse “Che io abbia la forza, la convizione, ed il coraggio” (Ingrid Bergman nel film “Stromboli” di Roberto Rossellini)

Chiudo con queste tre parole ascoltate da Andrée Ruth Shammah: Tempo – Energia – Passione.

Creatività alla Fondazione Corriere della Sera

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Questa sera ho assistito alla mini conferenza sulla Creatività organizzata dalla Fondazione del Corriere della Sera.
È la prima di un ciclo di tre conferenze raccolta sotto il titolo “Cultura e sviluppo nel mondo che cambia”: le altre due verteranno sulla Conoscenza (il 26 febbraio) e l’Innovazione (il 5 marzo).

Stasera la trasversalità e l’interdisciplinarietà sono stati il filo conduttore: cultura, neurologia innestate sulla creatività.

I relatori sono stati tre personaggi di altissimo spessore: Annamaria Testa, Leonardo Fogassi e Pierluigi Sacco.
Nell’ordine: una esperta di comunicazione, un neuroscienziato ed un esperto di Economia della Cultura.

L’occasione è stata quella anche di presentare la mostra “Benzine” aperta ieri alla Triennale, che resterà aperta fino al 24 marzo.

E stata una eccellente occasione per ascoltare riflessioni e ragionamenti, progetti e call-to-action, espresse con linguaggio elegante, sofisticato, pacato e comprensibile.
Una vera e propria occasione per somministrarsi un balsamo per l’anima, ed un energizzante per i neuroni.

Mi ha fatto pensare, mi ha fatto riflettere e – paradossalmente per me – mi ha fatto sentire anche cittadina del mondo.
Non c’è alcuna spiegazione logica e comprensibile in questa ultima sensazione (“cittadina del mondo”), visto che l’Italia versa in condizioni penose dal punto di vista della Creatività e della Cultura.

So solo che ringrazio Dio (o chi per esso) per darmi la possibilità (e la curiosità) di volere ascoltare per imparare e cogliere spunti. Che non so dove mi porteranno, ma ai quali non voglio rinunciare, in un costante percorso di ricerca che non avrà mai fine.

Di seguito elenco gli appunti che ho preso durante la conferenza, in ordine come li ho presi, senza filtri e senza riordino; non sono citazioni vere e proprie dei diretti interessati, bensì sono parole chiave e flash di frasi prese durante la dissertazione dei relatori coinvolti. Le lascio così, a stimolo e riflessione di chi leggerà.

Piergaetano Marchetti (Presidente della Fondazione del Corriere della Sera):

Inevitabilità della chiusura dei cicli (come già successo in passato).
Capacità della Ragione sorretta dalla Passione per andare più in la, oltre.
L’Arte è fondamentale per la crescita.
La Cultura è un fattore ambientale.
No ad Identità come cose fisse ed immutabili.

Pierluigi Panza cita, nella introduzione ai relatori, Platone nel Simposio:

La creatività è quella cosa che prima non c’era ed ora c’è.

Leonardo Fogassi sui neuroni specchio:

La Creatività Scientifica dipende da due creatività: la creatività tecnica (in situazioni di privazioni di fondi nella ricerca, si è stati in grado di inventare strumenti tecnici utili e poco costosi; la creatività pura (che non può essere assente nei processi tecnici).
L’importanza del “patrimonio motorio”: il migliore mezzo per conoscere il mondo (non c’è solo la conoscenza attraverso il nostro sistema percettivo). Ossia se io conosco cosa vuol dire “afferrare” sono in grado di riprodurlo quando lo vedo fare da altri.
Il sistema dei “neuroni specchio” esiste anche nel mondo delle emozioni e genera quella che viene definita la “comprensione empatica”.

Pierluigi Sacco:

L’importanza culturale a livello locale.
La convinzione limitante nel nostro Paese che la cultura non può produrre profitti.
La Cultura composta da una microfiliera così composta: Design/moda/gusto viste come espressioni industriali; Arte/Musei viste come espressioni culturali; Piattaforme social open sottovalutate come nuove forme culturali e veicoli di contenuti (come i videogiochi).
La Rivoluzione Tecnologica che sta rendendo obsolete produzioni e dinamiche tuttora in funzione: non esiste più il binomio netto “produttore di contenuti”/”pubblico”. Interscambiabilità dei ruoli.
Esiste un legame diretto tra la partecipazione culturale ed il benessere percepito.
Addirittura si è osservato che nelle persone anziane la partecipazione culturale influisce sul tasso di ospedalizzazione, con tutti i vantaggi che questo comporta.
Importante l’Innovazione tecnologica che permette la creazione di contenuti culturali. Ed in questo contesto non ci possiamo più permettere di perdere tempo a pensare se dobbiamo o meno aumentare il prezzo del biglietto d’ingresso ad un museo di 1 euro.

Annamaria Testa:

La creatività, essere creativi comporta: talento, resilienza, tenacia, preparazione, irrequietezza, capacità di lavorare tanto.
Creatività è anche creare valore per gli altri.
Per tanto tempo il concetto di creatività aveva assunto una accezione negativa; negli ultimi tempi si intravede una inversione di tendenza.
Senza preparazione non si può inventare qualcosa.
Creatività e anche produrre idee, concetti e cose nuove, appropriate.
La Creatività viene vista come una “metafora inclusiva”: una specie di biosfera dove tutto è integrato e dove tutto prospera se le varie componenti (pensatori, scrittori, pittori, scienziati,…) si fertilizzano fra loro. E per ben prosperare, vanno allontanati i parassiti e vanno coltivati i campi.

Un libro che credo acquisterò domani, sulla strada per l’ufficio, sarà proprio il testo di Annamaria Testa “La trama lucente“, mentre qui c’è un articolo pubblicato sulla edizione online dell’Internazionale della stessa Testa.