Principio del vuoto – Joseph Newton

Quando ho pubblicato qualche giorno fa il post che raccontava e affrontava la questione del liberarsi dei libri (“Liberarsi dei libri, liberare i libri”), su Facebook (il social network che prediligo perché più conversazionale) ho scambiato qualche battuta con amici che evidenziavano (salvo rari casi) la difficoltà a disfarsi dei libri (per affezione, per pigrizia…).

Un amico – a tale proposito – mi ha segnalato un articolo interessante: “L’importanza dei libri non letti” (pubblicato su Internazionale proprio ieri e firmato da Oliver Burkeman, giornalista del Guardian).

Un altro amico invece ha pubblicato nei commenti questo scritto (che da il titolo a questo post) che condivido anche qui integralmente:

Principio del vuoto di Joseph Newton
Hai l’abitudine di accumulare oggetti inutili, credendo che un giorno, chissà quando, ne avrai bisogno?
Hai l’abitudine di accumulare denaro, solo per non spenderlo perché pensi che nel futuro potrà mancarti?
Hai l’abitudine di conservare vestiti, scarpe, mobili, utensili domestici ed altre cose della casa che già non usi da molto tempo?
E dentro di te?
Hai l’abitudine di conservare rimproveri, risentimenti, tristezze, paure ed altro?
Non farlo!
E’ necessario che lasci uno spazio, un vuoto, affinché cose nuove arrivino alla tua vita.
E’ necessario che ti disfi di tutte le cose inutili che sono in te e nella tua vita, affinché la prosperità arrivi.
La forza di questo vuoto è quella che assorbirà ed attrarrà tutto quello che desideri.
Finché stai, materialmente o emozionalmente, caricando sentimenti vecchi ed inutili, non avrai spazio per nuove opportunità.
I beni devono circolare!
Pulisci i cassetti, gli armadi, la stanza degli arnesi, il garage.
Dà quello che non usi più.
Non sono gli oggetti conservati quelli che stagnano la tua vita, bensì il significato dell’atteggiamento di conservare.
Quando si conserva, si considera la possibilità di mancanza, di carenza, si crede che domani potrà mancare e che non avrai maniera di coprire quelle necessità.
Con quell’idea, stai inviando due messaggi al tuo cervello e alla tua vita:
che non ti fidi del domani e che pensi che il nuovo e il migliore non sono per te e per questo motivo ti rallegri conservando cose vecchie e inutili.
Disfati di quello che perse già il colore e la lucentezza.
Lascia entrare il nuovo in casa tua.
E dentro te stesso.

Vuoto o spazio disponibile?

A breve si sposa una mia carissima amica che è stata una presenza costante nella mia vita degli ultimi dieci/dodici anni: abbiamo condiviso momenti difficili e momenti felici, abbiamo condiviso viaggi, esperienze e riflessioni.

Questo cambiamento bellissimo di vita a cui va incontro è – per me – una ulteriore occasione di riflessione su una serie di altri cambiamenti che stanno interessando la realtà entro la quale mi muovo: amiche che decidono di lasciare una brillante carriera per dedicarsi alla famiglia, matrimoni in crisi, conoscenti di lavoro che abbandonano una carriera ottima per andare in Africa ed adottare una bimba, società considerate solidissime e lanciatissime che stanno avendo rivoluzioni profonde, … .

Questa evoluzione della realtà da me osservata, unita a riflessioni di vita personali, contribuiscono ad alimentare una sensazione di destabilizzazione della quotidianità consolidata nel corso degli ultimi anni (zona di comfort), generando stati disagevoli di vuoto e disorientamento.

Invece, contrariamente a quanto si crede e si sperimenta, i “vuoti” che vengono a crearsi nella nostra vita non sono mancanze, bensì sono opportunità di nuove avventure e nuovi interessi.

Sono preziosi spazi disponibili che possono e devono essere riempiti con nuove attività e nuovi progetti (come quando facciamo spazio nelle nostre case privandoci di oggetti ed indumenti – a cui eravamo affezionati – che hanno fatto il loro tempo, o semplicemente non usiamo più).

I momenti di disorientamento sono attimi che richiedono la nostra massima attenzione, e tutto il nostro ascolto, perchè – diradata la nebbia dello smarrimento – sono occasione di emersione di nuove idee e nuovi corsi di vita che rispondo alla domanda: “E adesso cosa faccio?”

E tutto ciò non deve far temere la perdita di ciò che è stato sino ad oggi, perché – nel percorso di crescita – le esperienze costruttive del passato vanno ad arricchire le sfaccettature della vita come la superficie di una pietra preziosa (dalla composizione perfetta e priva di impurità) finemente tagliata ed intagliata, in grado di catturare e riflettere sempre più magnificamente la luce.