Lettura agevole, LEGO Story (edito da Egea)…
Diviso in due parti, racconta – nella prima sezione – come è nata e si è sviluppata la Lego, analizzando le colonne portanti della visione del fondatore, illustrata attraverso un determinato tipo di leadership ed una precisa metodologia di lavoro fedele ad un importante punto di vista: quello del bambino. Un punto di vista che prevede non solo uno sforzo cognitivo (come ragiona un bimbo? cosa pensa un bimbo? cosa piace ad un bimbo?), ma che si estende anche ad una dimensione fisica che prevede l’abbassarsi alla loro altezza, arrivando a sedersi a terra per poter meglio osservare quello che loro vedono, e comprendere meglio la loro dinamica comportamentale.
(Mi ha fatto ricordare quando – a Natale – dovevo scegliere i regali per dei bimbi: mancando di fantasia, una volta – in un negozio di giocattoli – mi sono messa ad osservare cosa facevano i bambini, come si comportavano, che giochi guardavano, con cosa interagivano. Fu una vera e propria rivelazione e da allora è diventanto un metodo di riferimento: osservare ed ascoltare.)
Ma nel libro vengono anche evidenziati concetti interessanti (perché pensati in tempi non sospetti) come l’importanza del restare fedeli alle proprie idee anche quando il successo ti esplode fra le mani, ed il rischio di perdersi per strada è alto (inseguendo la smania di crescere e la bulimia da business): proprio questo principio, questo recupero dell’origine di tutto, è quello che ha consentito il salvataggio della azienda quando stava naufragando.
La LEGO è un’azienda mossa dalle idee, e restare aggrappati a un’idea può essere difficile. […]
Di regola, le aziende non muoiono di fame, ma di costipazione: continuando a espandersi, il marchio perde forza.
Ed emerge anche la visione di grande avanguardia che ha contraddistinto fin da subito il fondatore Oli Kirk Kristiansen ed i suoi eredi (figli e nipoti).
In particolare di Godtfred Kirk Kristiansen sono la redazione di vademecum fondamentali dei requisiti che un giocattolo LEGO deve avere, le dieci regole LEGO, le regole di leadership...
Scritte negli anni ’60, sembrano redatte oggi e non hanno nulla da invidiare a quanto pensato in epoca odierna:
Le dieci regole LEGO:
1) essere persone vere e obiettive
2) essere persone positive e semplici
3) essere economi
4) essere internazionali
5) risvegliare l’entusiasmo
6) incoraggiare l’immaginazione e l’attività
7) tenere presente i “requisiti LEGO”
8) lasciare in secondo piano l’interesse personale
9) tenere d’occhio l’intero processo
10) seguire l’idea di base dell’azienda
E poi:
Fare domande…
Ascoltare…
Proporre…
E attendere i risultati.
E se qualcosa va storto, prenderla con filosofia.
Questo era – in sintesi – un altro dei metodi adottati da Godtfred, nell’approcciarsi ai collaboratori.
Il libro prosegue poi con una seconda parte che è quasi uno spin-off del racconto della LEGO: viene presentata la metodologia LEGO Seriuos Play.
Un metodo di formazione per gruppi e aziende, che utilizza i celebri mattoncini per creare sinergie, esaminare progetti, smuovere la creatività, fare team-building in modo anticonvenzionale.
Sistema inventato dalla LEGO stessa come metodo educativo per manager, si basa sul capovolgimento delle dinamiche normalmente usate: se di solito “si pensa e poi si fa”, qui “si fa e poi si pensa”.
Usando il gioco e la manualità come punti di partenza, di sblocco alla creatività, affrontando solo dopo l’analisi e la codifica tipica dei normali processi di management.
Il metodo viene ben spiegato (forse anche fin troppo), analizzandone i molteplici aspetti di metodica e cognitivi, e spiegando diffusamente le fasi nei quali si articola.
Quello che mi ha un po’ disturbato è stato il dilungarsi di questa seconda parte: in alcuni punti mi è risultata un po’ promozionale.
Con i concetti ripetuti più e più volte.
A mio avviso poteva essere ridotta, a favore di un possibile ampliamento dell’excursus storico dell’azienda.
D’atronde il titolo del libro è “LEGO Story” e l’aspettativa nel lettore può essere di altro tipo, rispetto a quello di illustrazione di un metodo per buona metà del testo.
Potevo capire se il libro fosse stato ad uso interno di un corso universitario o di formazione.
Ma questo è un libro di divulgazione.
Racconta una storia.
O perlomeno il titolo dà l’idea che sia così.
Diciamo che sono rimasta un po’ delusa.
Mi aspettavo un libro diverso.
Diverso nella struttura (e nei contenuti): più spazio, più voce, alla realtà LEGO (anche odierna), visto che si tratta di una azienda menzionata tutt’oggi come tra le più innovative come luogo di lavoro.
Mi aspettavo più colore: so che potrà sembrare strano come commento, ma tra il testo e l’immagine della LEGO che ho nella mia memoria, ho percepito una discrepanza. Credo che tanti di noi hanno davanti agli occhi ricordi di un mare di mattoncini colorati. E proprio i colori sono uno dei punti di forza: squillanti, gioiosi, vitali.
Invece il testo è in bianco e nero. Impostazione seria. Manageriale.
Dissonante – per come l’ho percepito io – rispetto al messaggio aziendale.
Può essere che – trattandosi di un testo ufficioso (non ufficialmente riconosciuto dalla LEGO) – ci siano stati problemi autorizzativi di uso di informazioni ed immagini.
Però resta questo vago senso di incompiuto.
Come una (parziale) occasione persa.
Titolo: LEGO Story
Autori: Mikael Lindholm, Frank Stokholm, Leonardo Previ
Editore: Egea
Costo: €12,75 (versione eBook – €8,99)
Immagine sotto proveniente da http://www.leganerd.com
Le altre immagini sono relative agli uffici della LEGO Danimarca