Tre libri… [VIDEO]

PhotoGrid_1416410212083~2Chi legge da un po’ questo blog (e/o segue il canale YouTube), avrà visto che per un po’ di tempo ho tenuto un ritmo elevato nella lettura dei libri. Pubblicando videoriflessioni e post scritti.
Tutto questo aveva dato vita ad un esperimento che avevo ribattezzato “Un libro alla settimana” (con tanto di hashtag #unlibroallasettimana)…

Ma dopo 29 videroriflessioni (che corrispondono a qualche libro in più) sono collassata…
Ossia miseramente crollata.
Causa del “crollo” (se così si può dire, anche se non rappresenta una vera e propria sconfitta) un libro in particolare: “Le quattro casalinghe di Tokyo”.
Un poliziesco giapponese di 650 pagine circa, dal ritmo molto lento.
E’ stato quindi inevitabile il rallentamento e l’avanzamento a fatica, girando le pagine di carta come se fossero fatte di pietra.

Ma siccome non tutto il male vien per nuocere, questo mi ha fatto anche capire che stavo facendo qualcosa che, man-mano che avanzava, stava assumendo i connotati di una maratona di studio che minava la mia passione per la lettura.
E’ stata quindi una presa di coscienza (una pausa di riflessione, se vogliamo) che – però – non ha compromesso la volontà di condividere via video e via parole scritte, quello che sento, imparo e vivo leggendo un libro.
Anzi!
I post e le videoriflessioni continueranno ad esistere. Solo con un ritmo più lento, meditato e variato. E – soprattutto – più funzionale al libro oggetto delle mie attenzioni.

Quindi ecco di seguito delle brevi recensioni (pubblicate anche su Amazon) degli ultimi tre libri letti, accompagnate dalla consueta videoriflessione (mi scuso per la qualità del video, ma ho avuto qualche problema di “dialogo” con la tecnologia… prossima volta faccio meglio, promesso!)
(E – nel mentre – veleggio all’interno delle pagine di David Allen del suo “Detto fatto!”, e di Michael Dobbs e “House of cards”… ebbene sì, ne sto leggendo due in parallelo e diametralmente opposti fra loro… pensando ad un video sui miei libri preferiti della famiglia simil-professionale/manualistica, utili ad incoraggiare… nel mentre incombe il primo incontro post-vacanziero di Bookeater di Zelda Was A Writer, libro che non ho ancora iniziato a leggere…!).

Le quattro casalinghe di Tokyo:

Sono stata attratta dal libro per una serie di ragioni e ho avuto una prima falsa partenza.
Infatti – in prima battuta – ho iniziato a leggerlo e (dopo poche pagine) l’ho sospeso, in attesa di tempi migliori: troppo lento, troppo deprimente.
L’ho ripreso in mano dopo qualche settimana e stavolta sono arrivata in fondo.
Confesso che mi ha lasciato però un po’ “perplessa”.
Il libro ha qui e là delle riflessioni molto profonde e la storia non è male.
Quello che mi ha un po’ affaticato è lo stile “giapponese” (com’è giusto che sia, essendo scritto da una autrice nipponica).
L’incedere nelle descrizioni, il ritmo lento e quasi meditato, mi hanno un po’ “confuso” e mi hanno fatto perdere il “filo del discorso” abbassando il mio livello di coinvolgimento nella storia narrata.
(Anche se poi mi trovavo a scorrere pagine pervase di veri e propri momenti “splatter”, che rappresentavano mini-shock narrativi.)
Credo anche che un ruolo fondamentale lo giochino le oltre 650 pagine di romanzo: la sua monumentalità può risultare un po’ eccessivo, soprattutto se confrontato con la lentezza dello stile narrativo.
Sono comunque opinioni personali, perché l’opera ha un suo fascino e può piacere a chi ama i ritmi lenti e meditati (quasi da teatro del No) di cui scrivevo poco sopra.

Il sogno di scrivere:

Ho approcciato il libro di Cotroneo con un misto di curiosità e ritrosia (a causa della mia idiosincrasia nei confronti dei manuali che spiegano “come fare a”). Ma apprezzando molto quanto pubblica sul suo blog, ne ho affrontato volentieri la lettura.
Ed è stata una sorpresa.
Una piacevole sorpresa.
Perché mi sono trovata a leggere una sorta di “manuale emotivo” (se così si può definire).
Infatti l’autore non dà consigli su come scrivere.
Bensì suggestiona il lettore, stimolandolo a scrivere.
Attraverso esempi, condivisione di episodi della sua vita e della sua professione, racconta del piacere di scrivere. Incitando, incoraggiando, te lettore a scrivere (e condividere) le tue storie che tieni nel cassetto.
A me è piaciuto.
Chiaramente se si è alla ricerca di un manuale tecnico, sicuramente è un libro da evitare.
Ma se si è alla ricerca di un qualcosa che ti faccia riflettere, che ti fornisca spunti da cui partire poi con il tuo progetto… beh… penso che questo sia un testo molto interessante.

Un animo d’inverno

Divorato in tre giorni.
Sono stata catturata dalla storia e ho nutrito un sentimento/sensazione di inquietudine da un certo punto in avanti, che è andato in crescendo.
Leggevo la storia con la sensazione sempre più nitida e netta che ci fosse qualcosa di tremendamente sbagliato (anche se non riuscivo a capire cosa potesse essere). Per poi arrivare al finale e capire solo allora lo svolgimento dei fatti.
Se dovessi classificarlo/definirlo con una parola chiave mi verrebbe da dire “insolito”.
Sì, sicuramente un romanzo insolito che ti cattura e ti porta con sé dentro la storia.
È stato definito un thriller psicologico, ma non so se si tratta della definizione giusta.
Penso sia un libro talmente particolare da non meritare una etichettatura che potrebbe risultare riduttiva.
Mi ha lasciato addosso però un profondo senso di tristezza e malinconia.

Un pensiero riguardo “Tre libri… [VIDEO]

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